Notizie

L’84% dei bergamaschi dichiara di essere troppo stressato

L’84% dei bergamaschi dichiara di essere troppo stressato, sottoposto a un carico di pressioni, incombenze e preoccupazioni che riduce la qualità della vita e arriva molte volte a incidere negativamente sulla salute, il lavoro e le relazioni sociali.

È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare. Le principali fonti di stress per gli abitanti di Bergamo sono le difficoltà economiche (70%) e il lavoro (61%). Seguono, in terza posizione, i problemi di salute (57%), la gestione e l’educazione dei figli (41%) e la relazione con il partner (34%).

Tra i disturbi correlati allo stress che più condizionano la vita dei bergamaschi, gli sbalzi d’umore (55%) e in egual modo l’eccessiva stanchezza, spesso generata da insonnia (55%), la tachicardia o l’emicrania (29%) e la tensione muscolare (29%).

Come gestire, allora, tutto questo stress? In generale, per il 50% dei bergamaschi, il rimedio principe è un’attività fisica regolare, ideale per scaricare la tensione e ritrovare il proprio equilibrio. Tra le discipline considerate più efficaci, il 69% si affiderebbe ad attività rilassanti come yoga, pilates e meditazione, mentre il 54% sceglierebbe la corsa e il 44% il nuoto.

Ma oltre allo sport, secondo gli abitanti di Bergamo è possibile combattere gli effetti negativi dello stress anche attraverso l’alimentazione, ad esempio bevendo infusi e tisane rilassanti (59%), frequentando centri termali (50%), ma anche facendo sedute di fisioterapia e massaggi (41%).

Capitolo lavoro. Se l’attività lavorativa è fonte di stress secondo quasi due bergamaschi su tre, la prima causa scatenante è l’insoddisfazione economica (50%), dovuta a una remunerazione insufficiente e comunque non in linea con le proprie aspettative, seguita dalla mancata realizzazione professionale (50%), che aumenta il senso di inadeguatezza e di insuccesso, e dai carichi e ritmi di lavoro spesso pressanti (43%). Tra le altre fonti di stress, il clima competitivo all’interno dell’azienda (43%), che porta a vivere in modo non sereno l’ambiente di lavoro, la carenza di tempo per sé (30%) e in egual modo il pendolarismo (30%).

L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e mettere in campo misure di welfare per affrontare e gestire lo stress lavoro correlato. In cima ai desiderata dei bergamaschi, la flessibilità oraria e lo smartworking (54%), che permettono una migliore conciliazione dei tempi e degli impegni lavorativi con quelli della vita privata. Il 41% vorrebbe che venisse messa a disposizione dei dipendenti un’apposita sala relax e una quota analoga vorrebbe usufruire di un abbonamento a un centro fitness.

“La tutela della salute passa anche dalla gestione di tutti quei fattori, come lo stress, che sono sempre più parte integrante della quotidianità e, in dosi eccessive, possono condizionare in molti modi il benessere psicofisico delle persone.”  – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. – “Insieme all’adozione, in generale, di uno stile di vita sano, che tutti possiamo impegnarci a mettere in pratica, anche il welfare aziendale ricopre un ruolo importante in questo senso. Anche perché, evidenzia la nostra ricerca, il lavoro è uno dei fattori di influenza sullo stato psicofisico. Per noi si tratta di un tema centrale: come Reale Mutua, infatti, siamo da sempre a fianco degli italiani e delle imprese con una serie di soluzioni, anche tecnologiche, per curare e tenere sotto controllo la propria salute e incentivare l’attività fisica”.

 

Condividi su:

Continua a leggere

Solenni celebrazioni a Fino del Monte per la “Virgo Fidelis”
AIDS, test salivari gratuiti e anonimi all’Università di Bergamo