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Cos’ha detto Salvini alla Berghem Frècc di Albino

Matteo Salvini arriva al centro sportivo Rio Re di Albino intorno alle 20,30. Subito viene accerchiato da giornalisti e cameraman. Risponde alle domande mente raggiunge l’ingresso della palestra dove si svolge la Berghem Frecc. Dal palco annunciano il suo arrivo: parte un’ovazione.

Il Ministro dell’Interno è l’ospite più atteso di questa tre giorni leghista in Val Seriana. Lo si vede anche da quanta gente c’è: la palestra è gremita, fuori non si trova un posto per parcheggiare. Il “Capitano”, come lo chiamano i suoi sostenitori, è subito assediato da chi vuole un selfie, una stretta di mano, far sentire il proprio sostegno. Sul palco, nel frattempo, salgono il segretario di circoscrizione Giuseppe Rota e il segretario della Lega di Albino Marco Bianchi. Li raggiungono presto dirigenti del movimento, consiglieri e assessori regionali, parlamentari leghisti. Poi tocca a lui, invocato a gran voce: Matteo Salvini.

Il segretario della Lega comincia subito con un tema caro al suo elettorato: «Io ripenso all’anno scorso: eravamo qua, presidente del Consiglio era Gentiloni, ministro dell’Interno Minniti. Si chiudeva l’anno con 120 mila sbarchi e quest’anno ce ne sono 100 mila di meno. Già questo è un cambiamento non da poco. Ci dicevano che non si può. Volere è potere. D’ora in poi entrerà in Italia chi chiede permesso, per favore, e dice grazie».

L’argomento successivo sono le opposizioni. «Questi stanno impazzendo perché gli italiani si sono affezionati a un governo di persone normali che fanno cose normali. Ci eravamo impegnati a smontare pezzo per pezzo la legge Fornero e abbiamo finalmente cominciato a smontare pezzo per pezzo la legge Fornero. E al Pd impazziscono, perché pensavano non si potesse fare».

Salvini chiarisce subito che «non riusciamo a fare tutto e subito». Ad esempio, «la flat tax, la riduzione fiscale. Quest’anno partiamo dai piccoli, dai dimenticati dagli ultimi governi: partite Iva, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, liberi professionisti. Chi fattura fino a 65 mila euro paga il 15% secco, non un euro in più, senza compilare seimila moduli. Chiaro che poi l’obiettivo è arrivare a tutti. Siamo all’inizio di un percorso».

Torna presto anche il tema della riduzione degli sbarchi. «Con i soldi che abbiamo risparmiato abbiamo messo 400 milioni in manovra per assumere l’anno prossimo 8 mila vigili del fuoco, poliziotti, carabinieri, che portano sicurezza nelle nostre città». In rapida successione, il segretario della Lega cita altre misure: «il raddoppio della detraibilità dell’Imu sui capannoni, la riduzione dei versamenti Inail per le imprese, il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari».

Salvini si sofferma anche sull’inedita maggioranza giallo-verde che guida il paese. «Non avrei mai pensato di andare al governo coi Cinque Stelle. Devo confessarvi che avevo dei dubbi, invece ho trovato in Luigi Di Maio una persona seria, seppur con diversità d’origine e di idee. Su alcune cose l’accordo lo dobbiamo ancora trovare. Sulla gestione dei rifiuti, ad esempio. I rifiuti sono ricchezza in tutto il mondo, vengono valorizzati, creano energia. Non si capisce perché solo in Italia debbano essere un costo. Su questo un accordo lo dovremo trovare, così come sulle grandi opere. Perché secondo me l’Italia ha bisogno di più strade, ferrovie, ponti, porti. C’è bisogno di muoversi, lavorare, correre».

Non manca uno sguardo al 2019, in particolare alle elezioni europee. «Ocio perché fra meno di cinque mesi si vota. Il 26 maggio si può cambiare la storia del nostro continente. Se cambia l’Europa, la manovra economica dell’anno prossimo non la dobbiamo discutere andando due mesi avanti e indietro da Bruxelles, ce la facciamo in casa nostra. Perché sono soldi degli italiani da spendere per gli italiani e non è possibile che ci sia il commissario europeo che dice questo sì, questo no».

Salvini aggiunge: «Perché si stanno accanendo tutti contro il governo italiano? Perchè siamo l’unico governo politicamente scorretto. E se gli altri cittadini europei vedono che in Italia le cose funzionano, cambiano anche nei loro paesi.Se teniamo duro qua, cambia tutta Europa. E sarà la Lega a dare nuova linfa e nuovo significato all’Europa». Infine l’invito a difendere «la nostra storia, la nostra cultura, la nostra identità, le nostre tradizioni», persino a «mangiare e bere italiano», perché anche «fare la spesa è un atto politico».

Concluso il suo intervento, Matteo Salvini si ferma sul palco a lungo per altri selfie, altri abbracci, strette di mano e pacche sulle spalle. Centinaia di persone si mettono in fila. Intorno, la festa leghista prosegue. Continuerà anche stasera, ultimo giorno per l’edizione 2018.

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