Resteranno i ricordi. Di chi lì dentro ha trascorso nottate o pomeriggi, ha sognato al cinema o ballato in discoteca. Tutto il resto cambierà. A cominciare dall’edificio, che verrà demolito per essere ricostruito ex novo.
Per l’ex discoteca Antares di Albino (prima ancora cinema Ariston) il destino è ormai segnato. Sta scritto nero su bianco in un piano attuativo adottato nell’ultima seduta di Consiglio comunale e frutto dell’accordo tra pubblico e privato (il secondo realizza l’intervento, il primo ottiene opere e soldi). L’intera area, vicino al semaforo in via Provinciale, a pochi passi dalla stazione Teb e dal centro, sarà completamente trasformata nell’ambito di un intervento di rigenerazione urbana.
«Finalmente, dopo anni, sarà possibile sistemare questo comparto dismesso e lasciato a sé stesso – afferma il sindaco Fabio Terzi -. L’edificio sarà abbattuto e al suo posto ne sorgerà uno nuovo. Oltre a questo, verrà riqualificata la sponda sinistra del torrente Albina. Avremo molti metri quadrati di superficie a verde da utilizzare come parco e passaggio pedonale per collegare il centro alla ex provinciale».
Il nuovo fabbricato sarà poco più alto di quello attuale: da 13,5 metri a 16. Resterà però invariata la superficie lorda di pavimento (slp): 2900 metri quadrati. L’edificio, in pratica, si restringerà consentendo di ricavare più spazio attorno. All’interno verranno realizzati soprattutto appartamenti (2450 metri quadrati di slp), il resto (450 metri quadrati di slp) sarà destinato a un’attività commerciale e forse uffici. «Il Comune di Albino avrà poi a disposizione un gran numero di parcheggi pubblici», aggiunge il sindaco. Oltre a cedere le aree per spazi pubblici e a realizzare le opere di urbanizzazione concordate, il privato dovrà versare al Comune 36 mila euro più il costo di costruzione (stimato in circa 110 mila euro).
L’iter burocratico prevede che dopo l’adozione ci siano due mesi a disposizione per la presentazione di eventuali osservazioni. Queste (nel caso ci fossero) verranno analizzate e poi il piano dovrà tornare in Consiglio per l’approvazione definitiva. I lavori potrebbero già partire nel 2019.
