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Lago d’Endine ghiacciato, confronto su cosa fare

Le basse temperature dell’ultimo periodo hanno fatto ghiacciare buona parte della superficie del Lago d’Endine. Da alcuni giorni diverse persone si sono già avventurate a pattinare, incuranti dell’avviso di pericolo fatto mettere dai Comuni a riva. Una situazione che ha spinto le quattro amministrazioni coinvolte (Endine Gaiano, Monasterolo del Castello, Ranzanico e Spinone al Lago) a riunire enti e realtà interessate intorno a un tavolo.

L’incontro si è svolto questa mattina a Spinone. Oltre a sindaci e rappresentanti dei Comuni, c’erano carabinieri, vigili del fuoco, Areu (Azienda regionale emergenza urgenza), Croce Rossa, gruppi di Protezione civile. «Il ghiacciamento del lago è un fenomeno che attira moltissime persone, anche solo a visitare la riva o ad accedere alla superficie. Questo naturalmente provoca una situazione di possibile pericolo e quindi di emergenza. Ecco perché abbiamo voluto organizzare questo tavolo – spiega il sindaco di Spinone, Simone Scaburri -. L’obiettivo era capire quali potevano essere le migliori procedure da adottare e le migliori informazioni per la popolazione e i turisti».

Come è emerso anche durante l’incontro, non c’è molto da fare, se non continuare a lavorare sul fronte dell’informazione e della prevenzione. Negli anni passati i sindaci dei quattro comuni avevano anche emanato ordinanze per vietare l’accesso al lago. Provvedimenti che però non si è mai riusciti a far rispettare. Difficile, infatti, arginare il fenomeno con circa 10 chilometri di costa utile.

«L’incontro è servito a fare chiarezza sulle procedure da attivare in caso di emergenza – prosegue il sindaco di Spinone -. L’accesso al lago resta pericoloso e rimane responsabilità di ogni singola persona l’accesso alla superficie ghiacciata. Si è deciso di non attivare alcun tipo di presidio attorno al lago. Continuiamo a sconsigliare l’accesso».

Insomma, come già avviene da qualche anno, i Comuni hanno deciso di abbandonare la logica delle ordinanze e dei divieti. «Il lavoro portato avanti con gli altri sindaci e il comitato “InValCavallina” è stato capire quale poteva essere la soluzione migliore per l’incolumità delle persone. Il divieto d’accesso, che comporterebbe anche uno spiegamento di forze notevole, diventa un percorso impossibile da gestire in così poco tempo e per un fenomeno naturale così vario. Abbiamo invece avviato una campagna d’informazione con una segnalazione di pericolo ben precisa», aggiunge Scaburri.

Nel 2017, ultimo anno con ghiacciamento di una certa durata, gli interventi di soccorso furono tre. Uno solo per una persona caduta nell’acqua gelida. Gli altri due per l’atterraggio di un parapendio finito male e per una persona scivolata sul ghiaccio. C’è da sperare che quest’anno emergenze non ce ne siano. Con le temperature previste per i prossimi giorni, già da questo fine settimana sul ghiaccio del lago c’è da aspettarsi il pienone.

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