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Leffe, Festa del lavoro e del tessile

Da alcuni anni a Leffe la Festa del lavoro coincide con quella del tessile. I volontari di Arts (Associazione Ricerche Tessili Storiche) colgono l’occasione del 1° maggio per proporre l’open day al Museo del tessile, attivo da 15 anni e dedicato a Ginetto Martinelli.

La Val Gandino è stata per anni la culla del tessile grazie ad aspetti ambientali e storici peculiari, come la presenza di pascoli con relativo allevamento ovino, la conseguente disponibilità di lana e l’abbondanza di acqua. Tutti fattori che consentirono ai gandinesi prima e ai leffesi poi di divenire lanieri, tessitori, tintori e soprattutto mercanti. I primi puntarono alla Mitteleuropa, alle terre della Serenissima e degli Asburgo. Da Leffe, nel secolo scorso, partì invece l’epopea dei “Copertini” (i mitici “Coertì”) ambulanti “incantatori” che raggiunsero ogni angolo d’Italia con i propri prodotti, venduti sulle piazze grazie ad una sorta di incanto.

La raccolta del Museo del Tessile, dal 2013 in uno stabile vicino al polo scolastico, vuole presentare la filiera completa, partendo addirittura dalle piante (il giardino didattico esterno è una delle novità 2019). Ci sono poi macchinari originali e  funzionanti. «In questi anni – spiega Gianfranco Bosio, presidente di Arts – abbiamo recuperato macchinari in disuso in aziende ed opifici, riportandoli alla piena funzionalità grazie al paziente e competente lavoro dei nostri volontari».

Esempio concreto è il grande torcitoio circolare della seta, attivo sino al 1924 nel Filatoio di Leffe. È l’unico tuttora esistente in Bergamasca, e fra i pochissimi in Italia: consentiva la torcitura di centinaia di fili di seta contemporaneamente e a ciclo continuo, svolgendo un lavoro che prima richiedeva centinaia di persone ed un tempo decine di volte maggiore. Il torcitoio è dotato di un meccanismo, lo zetto, ideato da Leonardo da Vinci ed illustrato nel Codice Forster. Il macchinario è, come un tempo, alimentato ad acqua, grazie ad un’enorme ruota del diametro di oltre tre metri.

In Museo si possono inoltre ammirare in funzione il reparto carderia, la serie di telai dal medioevo al XX secolo (con le intuizioni a pinza del leffese Nello Pezzoli) e anche una grande trasmissione centralizzata a cinghia di inizio ‘800. Particolari le macchine di finitura dei tessuti quali garzatrici, cimatrici, macchine per merletti e da ricamo. Fra queste anche una delle primissime macchine (anni ’20) dotate di testa multipla: un esemplare analogo è a Berlino.

Non manca un carretto originale dei Coertì, che facevano della “Pilùsa” la propria bandiera. Era una coperta molto povera, di colore indefinito, realizzata tramite il riutilizzo di scarti e ritagli tessili. Alcune ditte la chiamavano anche “Bolzano”: si racconta infatti che fu un soldato “tedesco”, alla fine del 1700, a spiegare come da questo sottoprodotto si potesse ricavare del filato.

In Museo è disponibile una sala didattica multimediale, utile per proporre alle scolaresche lavori di gruppo e approfondimenti. Del tutto particolare anche la sezione dedicata alla tintura di fibre, filati e tessuti con coloranti naturali, derivati da piante e radici. Il Museo del Tessile conserva per esempio l’originale “Scarlatto” di Gandino, con cui nel 1860 fu tinta la stoffa utilizzata per realizzare le camicie dei Mille di Garibaldi. Fra le curiosità anche la “Lanital”, fibra ricavata dalla caseina (la proteina del latte) cui diede ampio risalto il regime fascista, alle prese con l’autarchia imposta dalle sanzioni internazionali. Da ammirare anche il ciclo completo della seta, con allevamento del baco, trattura, torcitura e cardatura.

La trasmissione a soffitto presente al Museo del tessile

«Quest’anno – spiega Stefano “Tino” Gelmi, direttore del Museo – abbiamo aggiunto il nuovo reparto di preparazione alla tessitura, dotato di “cantra” e “orditoio”. Questo macchinario, prodotto nel primo dopoguerra dalla ditta Mazzoni e F.lli di Prato, è stato donato al Museo dalla ditta Gusmini S. Lanificio e Feltrificio di Cene. Serviva per la preparazione dell’ordito, che si intreccia con la trama per realizzare il tessuto».

In occasione della Festa del Tessile, in programma dalle 14 alle 19, verranno presentati il nuovo giardino botanico con piante tessili e il reparto orditura. Ci saranno anche laboratori dedicati a merletti, pizzo chiacchierino e tombolo e artigianato a tema. Saranno esposti modelli in scala di telai funzionanti e presentati l’allevamento dei bachi da seta e la trattura della seta, nonché gli alpaca della Val Gandino, con animali vivi provenienti dall’allevamento di Casnigo e dimostrazioni di filo e tessuto.

Il Museo è aperto ogni sabato e domenica (ingresso libero) dalle 14 alle 19 (ultimo ingresso alle 18), sino a fine giugno e dal primo sabato di settembre. Info complete sull’esposizione sono disponibili sul sito www.museodeltessile.it.

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