Le cause di queste stagioni ormai irriconoscibili sono molteplici. In primo luogo l’attività del Vortice Polare che risulta particolarmente debole a causa dei frequenti scambi meridiani di aria dai tropici a i poli e viceversa (enfatizzati dal riscaldamento globale). In termini più specifici tale bi-lobazione del Vortice Polare porta ad un conseguente indebolimento del flusso zonale, ovvero il flusso mite atlantico.
Tale indebolimento può essere anche ricercato da un rallentamento della circolazione termo-alina degli ultimi anni. Tale circolazione, nota anche come Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC), tendenzialmente porta a degli scambi di aria lungo i paralleli, con annesse onde di Rossby in seno alle quali transitano le perturbazioni atlantiche che raggiungono l’Europa. La deformazione e l’indebolimento di tale pattern, porta alla formazione di importanti strutture di alta pressione alle latitudini più settentrionali (dove invece avrebbe sede il Vortice Polare).
Il fenomeno è noto con il termine di Scandinavian Pattern, positivo(+), che comporta anomalie di precipitazioni negative e temperature elevate anche su Scandinavia e Siberia (infatti l’anno scorso si sono verificate le condizioni di onde di calore tra Norvegia, Svezia e Finlandia con frequenti e devastanti incendi). Tale struttura di alta pressione determina e pilota le retrogressioni di masse d’aria più fredde (da nord est verso sud ovest, quindi opposte al normale flusso da ovest verso est dettato dalla Forza di Coriolis) sull’Europa centrale, con frequenti formazioni depressionarie in sede mediterranea, luogo ideale per la ricezione di queste masse d‘aria più fresche e al loro invorticamento. Tale configurazione di blocco delle correnti oceaniche prende il nome di Omega Block ovvero quando il getto polare tende a rallentare la sua corsa e favorire quindi maggiori scambi di calore lungo i meridiani piuttosto che sui paralleli.
Il tutto poi supportato da un Strat warming della stratosfera avvenuto nei mesi primaverili (l’ultimo è stato ad aprile, di solito avviene in inverno a Febbraio), che porta a livello troposferico ad un ulteriore indebolimento del Polar Vortex e a alla sua destrutturazione in due o quattro lobi, uno dei quali tende a collassare sul bacino del Mediterraneo apportando diffusa instabilità atmosferica (quella che ormai ci caratterizza da ormai un mese). La stessa configurazione ad omega, se posizionata tra Francia e Italia, può essere responsabile al contrario di un potente flusso caldo meridionale dall’Africa in direzione del Mediterraneo con le famigerate onde di calore. La sostanza è che si sta osservando ad una maggior frequenza di scambi lungo i meridiani di masse d’aria con caratteristiche molto differenti e, a seconda della posizione delle circolazioni atmosferiche, si possono creare forti contrasti termici che a loro volta portano ad una estremizzazione degli eventi meteorologici.
Quanto detto porta sicuramente ad avere difficoltà a riconoscere le tradizionali stagioni che invece erano governate dal flusso di mitigazione zonale Atlantico. La sostanza è che il riscaldamento globale ha distorto il sistema di termo regolazione sul comparto europeo dettato dalle correnti oceaniche associate alla circolazione termo-alina o Corrente del Golfo.