La presenza vicino ai centri abitati dell’Unione dei Comuni della Presolana di alcuni cinghiali ha portato gli amministratori del territorio a scrivere una lettera a Regione e Parlamentari.
«Chiediamo con fermezza che non si perda di vista il livello di sicurezza che noi amministratori locali siamo tenuti ad assicurare ai nostri cittadini»: si legge nella lettera indirizzata all’Assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, al Ministro per le Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al Prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi, al Presidente della Regione Attilio Fontana, ai consiglieri e assessori regionali del orobici e ai parlamentari bergamaschi.
«Da qualche tempo la situazione cinghiali – spiega la prima cittadina di Cerete e presidente dell’Unione dei Comuni della Presolana Cinzia Locatelli – sta degenerando, poche settimane fa abbiamo trovato segni del passaggio in zone centrali del paese e ci sono stati avvistamenti lungo le strade provinciali, quindi in aree popolate e abitate. Quella che prima era un’emergenza legata alla tutela del patrimonio, nel momento in cui si finisce con il mettere a rischio l’incolumità pubblica la situazione diventa di “pre-emergenza”. Per questo ho deciso di scrivere questa lettera, i colleghi dell’Unione hanno accettato di sottoscriverla e tutte le comunità montane del territorio bergamasco hanno accettato. Evidentemente questo è segno che un problema sul territorio c’è ed è anche di una certa importanza».
«I piani di contenimento e i numerosi sforzi già messi in campo da Regione Lombardia – si legge sulla lettera – evidentemente non sono sufficienti ad assicurare il contenimento del proliferare della fauna selvatica. Chiediamo con forza che si intervenga sulla legge 157 in modo da riportare i limiti di sicurezza entro livelli ragionevoli. Vorremmo evitare di trovarci, nostro malgrado, complici di incidenti che con buona probabilità prima o poi accadranno a qualche persona».