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Ultimo commosso saluto per Mons. Giacomo Panfilo

Più di cento i sacerdoti che oggi hanno preso parte al funerale di mons. Giacomo Panfilo, ex arciprete della cittadina di Clusone. Tantissime le persone dentro e fuori la basilica.

Le celebrazioni sono state presiedute dal vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi. Sull’altare anche l’arcivescovo Gaetano Bonicelli, il vicario generale della diocesi di Bergamo Davide Pelucchi, il fratello di mons Giacomo, don Cinto Panfilo e l’arciprete di Clusone mons. Giuliano Borlini.

Nella sua omelia il Vescovo ha voluto ricordare come il ministero di mons. Giacomo Panfilo sia stato soprattutto caratterizzato dalla parola. «La Parola di Dio innanzi tutto, assimilata con fede e intelligenza – ha detto Beschi – e restituita con efficacie essenzialità e pertinenza alla vita. La parola del prete, mai separata da quella di Dio e nello stesso tempo intrecciata con l’esperienza del suo ministero, della sua spiritualità e di quella missione particolarissima che ci deve fare vicini all’esistenza di ogni persona umana. Infine la parola, orale e scritta, che proprio lui don Giacomo sapeva usare con stile inconfondibile, lineare, essenziale, acuto e anche ironico, attenta alle molteplici pieghe dell’animo umano e alle diverse espressioni della vita della Chiesa. Parola che assumeva le forme della predicazione, della catechesi interessante, dello scritto e anche del linguaggio televisivo. Una parola che non era mai separata o separabile della vita. In questo possiamo riconoscere una peculiarità del servizio pastorale di don Panfilo. Da una parte l’acutezza di quella parola. Dall’altro l’esercizio di un ministero pastorale riconducibile alla più avvertita fedeltà alla Chiesa e alla fisionomia del prete bergamasco e bisogna dirlo, del prete scalvino».

Mons. Giacomo, al centro con i fratelli Francesco (il primo a sinistra) e Cinto (a destra)

Tra gli interventi e ricordi, il fratello di mons. Giacomo don Cinto Panfilo ha letto una lettera inviata dall’altro fratello mons. Francesco Panfilo, arcivescovo in Papua Nuova Guinea, che purtroppo non ha potuto essere presente, oltre che per la lontananza geografica, anche per gli impegni dovuti alle imminenti ordinazioni sacerdotali. 

Un momento del corteo

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