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Confcooperative Bergamo, conferma per Giuseppe Guerini

Giuseppe Guerini è stato confermato alla guida di Confcooperative Bergamo. Per lui, nei prossimi quattro anni, sarà il terzo e ultimo mandato.

Guerini, 54 anni, nato a Casnigo, è stato riconfermato all’assemblea congressuale tenutasi questa mattina (sabato 20 giugno) in modalità a distanza, nel rispetto delle norme anti-covid. L’assemblea, la prima su piattaforma digitale a livello regionale, ha visto anche l’elezione del nuovo consiglio provinciale, composto da 33 membri, nonché la nomina del collegio sindacale e dei delegati che parteciperanno al rinnovo cariche di Confcooperative Lombardia e di Confcooperative nazionale. 

Guerini è stato eletto con 106 voti su 106 voti. Il voto è stato segreto in ottemperanza a quanto previsto dalle norme statutarie e dai regolamenti per i candidati che si propongono ad un terzo mandato. È intervenuto ai lavori dell’Assemblea Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative.

Oltre al rinnovo delle cariche istituzionali, l’assemblea congressuale è stata l’occasione per fare il punto della situazione sui quattro anni di mandato della presidenza di Guerini e sulle prossime sfide che il mondo cooperativo è chiamato ad affrontare: «Sono stati 4 anni importanti perché abbiamo interrotto un ciclo negativo e la base associativa è in risalita – sottolinea Guerini -. I risultati gestionali lo confermano: 296 imprese che raggruppano oltre 137.000 mila soci e dove sono impiegati più di 14 mila lavoratori, per un valore della produzione di oltre 475 milioni di euro. È cresciuto anche il numero dei soci, così come la capitalizzazione delle nostre cooperative, diffuse in modo capillare in tutta la provincia con una concentrazione maggiore in città e nella pianura, territorio dalla forte vocazione cooperativa. Abbiamo tenuto anche sul fronte del credito: nel corso del quadriennio le 6 Bcc della provincia, anche grazie a fusioni e incorporazioni avvenute con Bcc fuori provincia, hanno incrementato il bacino di clienti, da 162.500 a quasi 190.000, e di soci, da 51.500 a quasi 59.000».

L’aumento del numero di soci nel corso degli anni è segno di vitalità imprenditoriale, una base solida da cui ripartire: «Confcooperative ha interpretato il dinamismo delle cooperative sostenendole a livello rappresentativo e operativo – prosegue Guerini -. Nel 2016 abbiamo infatti concluso l’iter di unificazione del centro servizi che ha portato alla nascita di Csa Coesi che oggi supera i 4 milioni euro di valore della produzione e 700 utenti, tra cooperative ed enti del terzo settore, configurandosi come punto di riferimento per l’economia sociale del territorio. Dal 2015, inoltre, una quota rilevante degli utili sono andati a sostenere progetti sul territorio come quello con la Diocesi di Bergamo negli oratori della provincia».       

Collaborazioni con le istituzioni e il tessuto economico e sociale locale che si confermano un asset importante per Confcooperative, a cominciare proprio dalla Diocesi di Bergamo, «un interlocutore di alto livello con vicinanza e convergenza forte grazie anche all’assistenza spirituale di don Cristiano Re  – ha ricordato Guerini -.  Tanti anche i progetti avviati con l’Università degli Studi di Bergamo, da anni un partner stabile: mi riferisco ai percorsi di formazione, alla sperimentazione dell’apprendistato di terzo livello, prima esperienza in Italia, per creare rapporto diretto tra università e mondo lavoro, e alle ricerche sull’economia cooperativa».      

All’interno di Imprese&Territorio, inoltre, è stato promosso I&T Hub, il digital innovation Hub per accompagnare le imprese all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, un contratto di rete che ha unito i centri servizi delle associazioni di categoria ed è coordinato dal segretario generale di Confcooperative Bergamo, Lucio Moioli. 

Anche sul fronte sindacale Confcooperative Bergamo ha avviato un percorso che mira alla definizione di una «white list» all’interno dell’Osservatorio sulla cooperazione istituito presso l’Ispettorato nazionale del lavoro per offrire strumenti di riconoscibilità alla buona cooperazione. «Il rapporto costante con le organizzazioni sindacali nel Comitato misto paritetico territoriale ha portato anche a siglare accordi sugli ammortizzatori sociali che hanno riguardato 140 cooperative e 20 associazioni cooperative e 5 mila lavoratori durante l’emergenza Covid».

«Il 29 febbraio ci immaginavamo un’assemblea diversa che avrebbe concluso un mandato di 4 anni ricco di elementi di innovazione e invece ci siamo trovati in mezzo a un dramma – sottolinea Guerini -. Non ci siamo  mai arresi come dimostra l’esperienza emblematica del Bes hotel a Mozzo per i pazienti Covid. Nei mesi del lockdown abbiamo poi lanciato il progetto “Emergenza e Cooperazione” che si è tradotto in diverse iniziative per sostenere tutti i settori cooperativi nella gestione delle problematiche normative, sindacali, di interlocuzione politica, di accesso al credito, di reperimento di personale, di ottenimento di DPI e molto altro.

E proprio l’emergenza sanitaria ha aperto paradigmi dentro cui Confcooperative si prepara ad affrontare scenari nuovi di rappresentanza politica e non solo: «I prossimi quattro anni dovranno essere necessariamente all’insegna dell’innovazione con un’attenzione particolare al consolidamento delle nostre cooperative e a una coesione territoriale e sociale – conclude Guerini. In queste settimane abbiamo dovuto adattarci rapidamente ad un utilizzo avanzato e ancora più sistematico delle nuove tecnologie per continuare a lavorare o per sviluppare servizi nuovi: una grande occasione di cambiamento e innovazione che dobbiamo saper valorizzare e che potrebbe aiutarci a ripensare il nostro lavoro. Per le nostre cooperative immaginiamo i prossimi come mesi di fermento e di fibrillante ricerca di forme e strumenti nuovi con cui pensare e realizzare servizi e interventi che mettendo al centro la sicurezza e la protezione delle persone, ci aiutino anche a guardare in modo diverso e nuovo il nostro ruolo nel territorio».

A fine assemblea è stato eletto il nuovo consiglio provinciale che nelle prossime settimane sarà chiamato a completare il quadro di governance con il consiglio di presidenza e i vicepresidenti. Il nuovo consiglio provinciale vede un rinnovamento significativo (più del 50% sono nomi nuovi al precedente) e un ampliamento della presenza femminile che sale a nove membri.

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