Sono 1650 le bottiglie di spumante che oggi sono state messe a riposo all’interno della miniera di Costa Jels a Gorno. Presso l’ex sito minerario (imbocco Serpenti) una galleria a fondo chiuso è stata interdetta alle visite turistiche e trasformata in una cantina per un vino che verrà stappato tra non meno di cinque anni.
“La valorizzazione di questo sito è iniziata circa 20 anni fa – spiega il sindaco Giampiero Calegari -, quando si è cercato di ridare vita alle miniere sotto l’aspetto culturale e turistico. Per assegnare questi spazi abbiamo presentato un bando a cui ha risposto questa azienda. A fronte della nostra disponibilità abbiamo chiesto che il vino potesse prendere il nome della miniera. Fra cinque anni il vino si chiamerà “Spumante Costa Jels”.
“È uno spumante biologico – spiega il proprietario dell’azienda vitivinicola bergamasca Nove Lune – che deriva da uve resistenti alle malattie (Bronner, Johanniter e Souvignier Gris). Abbiamo iniziato a produrlo due anni fa con un affinamento in barrique di legno in cantina e per una parte dell’ultimo anno in acciaio. Dopo il tiraggio in cantina (ndr. imbottigliamento), oggi lo abbiamo portato all’interno della miniera Costa Jels dove sono costanti temperature (intorno ai 9 gradi centigradi), umidità (96%) e buio. Il tutto in assenza di vibrazioni. Condizioni davvero ideali”.