Tre ore di audizione, questa mattina a Palazzo Chigi per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte davanti alla pubblico ministero di Bergamo Maria Cristina Rota. Il premier è stato sentito come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, in conseguenza dell’epidemia di Coronavirus.
L’inchiesta mira a chiarire se la decisione spettasse al Governo o alla Regione Lombardia o ad entrambi e quanto abbia influito nel determinare l’alto numero di morti in Valle Seriana. Dopo Conte sono stati sentiti, sempre a Palazzo Chigi, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro della Salute Roberto Speranza. «Le audizioni si sono svolte in un clima di massima distensione e massima collaborazione istituzionale», ha detto la pm al termine degli incontri.
Secondo indiscrezioni, Conte avrebbe ribadito che la Regione Lombardia aveva gli strumenti tecnici per agire in autonomia come hanno fatto altre Regioni. Già in dichiarazioni oggi su diversi quotidiani il presidente del Consiglio ha sottolineato che rifarebbe tutto: «Ho agito in scienza e coscienza».
L’inchiesta al momento non ha indagati. Le ipotesi di reato sono epidemia colposa, omicidio colposo e lesione colpose. Qualora si dovessero ipotizzare responsabilità a carico di esponenti del governo durante l’esercizio della funzione, il procedimento dovrebbe essere trasmesso al Tribunale dei ministri del distretto, che ha sede presso la Corte d’Appello di Brescia.