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I sindacati bergamaschi condannano la manifestazione di ieri sera

Pur con la protesta storicamente nel loro DNA, oggi CGIL, CISL e UIL di Bergamo intervengono per condannare la manifestazione di ieri sera di fronte all’abitazione privata del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

“Abbiamo una lunga e consolidata esperienza nell’organizzare iniziative di protesta, anche in momenti molto difficili e delicati. L’ultimo nostro presidio in ordine di tempo, quello dei metalmeccanici, è stato sospeso per senso di responsabilità e per contribuire ai provvedimenti di contenimento della pandemia (lo sciopero, invece confermato, ha avuto adesioni altissime). Ora, proprio perché ben consapevoli di cosa significhi scendere in piazza, condanniamo con fermezza la manifestazione di ieri sera contro il Sindaco di Bergamo” dichiarano oggi i tre segretari generali Giovanni Peracchi della CGIL, Francesco Corna della CISL e Angelo Nozza della UIL provinciali. “Soprattutto è inaccettabile pensare di manifestare dissenso e protesta presso l’abitazione privata di un libero cittadino – e anche un Sindaco lo è – al di fuori del suo ruolo istituzionale. Sono tempi duri e difficili; auspichiamo che si alzi il livello di responsabilità e di comunità che ci ha contraddistinto nella prima fase della pandemia, sempre con la piena consapevolezza che davanti a tutto viene la salute, poi vengono le questioni economiche, che naturalmente non vanno mai sottovalutate”.

Secondo i sindacati provinciali “gli interventi messi in campo, grazie anche alle nostre richieste e rivendicazioni, possono contribuire senza dubbio alcuno a mitigare gli effetti negativi che riguardano il lavoro, tutto il lavoro, in questa fase. Come abbiamo detto più volte, prima si contiene e si governa la diffusione del contagio, in attesa di cure e vaccini risolutivi, prima riparte l’economia e la società, con grande convenienza, sociale ed economica per tutti. Respingiamo ogni tentativo di strumentalizzare i reali problemi di tante categorie di lavoratori messi in difficoltà dalla situazione e dalle scelte di chiusura. Con le intimidazioni e le strumentalizzazioni si fa poca strada e i problemi non trovano mai soluzioni.  Siamo convinti che per superare questa difficile fase economica e politica serva responsabilità da parte di tutti. Possiamo protestare e mettere in campo proposte diverse, ma sempre rispettando chi ha un’altra opinione, soprattutto rispettando le persone, in particolare nello svolgimento del loro ruolo pubblico di rappresentanza  istituzionale”.

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