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La Lombardia “Area Rossa”

La Lombardia sarà “Area Rossa”. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa. Nella nostra Regione, dunque, saranno in vigore le misure più restrittive previste dall’ultimo Dpcm.

La Lombardia sarà in “Area Rossa” (ad alto rischio) insieme a Calabria, Piemonte e Valle d’Aosta. Saranno invece “Area Arancione” Puglia e Sicilia. Sono state invece considerate “Area gialla” tutte le altre Regioni: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto e le province di Trento e Bolzano. Non ci sono, vista la situazione, “Aree verdi”.

In “Area Rossa” è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo per motivi di lavoro, necessità e salute. Vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altroChiusura bar e ristoranti 7 giorni su 7, l’asporto è consentito fino alle 22, per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Chiusura negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri. Chiusi i centri estetici. Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi seconda e terza media. Restano, quindi, aperte solo le scuole dell’infanzia, le elementari e la prima media. Chiuse le università, salvo specifiche eccezioni. Sospese tutte le competizioni sportive, salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e dal Cip. Sospese le attività nei centri sportivi. Rimane consentito svolgere attività motoria all’aperto nei pressi della propria abitazione e attività sportiva all’aperto solo in forma individuale. Chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre, attività di sale giochi, sale scommesse, bingo, anche nei bar e nelle tabaccherie. Per i mezzi di trasporto pubblico è previsto il limite di riempimento del 50%, fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico.

Le misure entreranno in vigore da venerdì 6 novembre. «Ho voluto differire l’entrata in vigore di un giorno per consentire a tutti di disporre di un tempo congruo per organizzare le proprie attività», ha detto il presidente del Consiglio.

«Comprendiamo il disagio, la frustrazione, la sofferenza psicologica, ma dobbiamo tenere duro – ha aggiunto Conte -. Siamo già all’opera per mitigare le ripercussioni negative che queste restrizioni avranno sull’attività economica, sui redditi, sul tessuto produttivo».

Ma intanto c’è contrapposizione con la Regione. «Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile – commenta il governatore lombardo Attilio Fontana -. A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica. Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita». 

Sul tema sono intervenuti con una nota anche i parlamentari bergamaschi di Forza Italia, Alessandra Gallone e Gregorio Fontana. «La regione Lombardia – sostengono – non può essere trattata al pari di altre regioni che contano 400/500 mila abitanti. Ad esempio, la provincia di Bergamo, circa 1,2 milioni di abitanti, sarebbe zona rossa solo perché fa parte della Lombardia, e non importa se il virus sul quel territorio è molto meno presente rispetto ad altre regioni che non saranno ricomprese nella zona rossa. È pertanto necessario differenziare i vari territori all’interno della vasta regione lombarda. La città di Bergamo e la sua provincia devono essere per l’appunto escluse dalla zona rossa, diversamente non solo si commetterebbe una grave e oggettiva ingiustizia ma si determinerebbero effetti disastrosi per un tessuto produttivo già molto provato e per l’economia del territorio e per i suoi abitanti. Auspichiamo che il ministro Speranza valuti attentamente la situazione e accolga questo nostro pressante invito fondato sull’evidenza dei dati epidemiologici».

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