Papillon è un film del 1973 con Steve Mc Queen e Dustin Hoffman, basato su un romanzo omonimo di Henri Charrière in cui lo scrittore racconta la sua esperienza nella colonia penale dell’Isola del Diavolo, nella Guyana Francese. Proprio questo film è la scintilla che ha portato a un altro libro, dove è raccontata la storia di un giovane di Vertova negli anni Venti. Il titolo è “Luigi Gualdi. Il papillon italiano – Un viaggio infernale dalla Bergamasca alla Cayenna” (Diarkos). Gli autori sono Gabriele Moroni, scrittore e giornalista, e Mario Gualdi, nipote di Luigi.
Nel 1973, all’uscita nelle sale italiane del film Papillon, il padre di Mario Gualdi, Angelo, gli rivela del fratello Luigi, finito nella colonia penale della Guyana francese (Caienna). Luigi Gualdi, però, non tornerà in Italia e non scriverà un best seller, ma sarà ucciso dalla malaria poco prima di compiere 23 anni.
Figlio di mezzadri, Luigi Gualdi ha idee socialiste e si scontra con fascisti del posto. La situazione per lui si complica e il giovane decide di espatriare in Francia, da clandestino. Conosciuto André Gautier, il loro destino si compirà in quattro giorni di follia, fra il 2 e il 4 dicembre 1924. Con Gautier, Gualdi ruba, rapina, spara e la condanna che è costretto a scontare non lascia scampo: lavori forzati a vita. Il 7 aprile 1927 il forzato numero 49061 viene imbarcato con altri “bagnard” sulla nave che fa rotta per la Guyana francese; due mesi dopo, il 27 giugno, Luigi Gualdi scrive l’ultima lettera alla famiglia. Morirà il 9 giugno 1928.
La parabola umana e giudiziaria del giovane bergamasco è stata riportata alla luce grazie anche alle ricerche portate avanti in Francia da Mario Gualdi, insieme al figlio Fabio. «La vicenda di Luigi Gualdi, così tenacemente riportata alla luce dal nipote Mario e dal pronipote Fabio, sembra scritta e sceneggiata nel XXI secolo», scrive nella prefazione Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
Nel video l’intervista a Gabriele Moroni.
