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“Tesoro d’arte e fede”: il grazie del Vescovo per i restauri alla Ss.Trinità di Casnigo

“Ci troviamo dinnanzi ad un incredibile tesoro, fatto delle opere d’arte e della fede di chi ci ha preceduto. Un Santuario dedicato dal popolo alla Ss.Trinità, cuore della fede, che necessita, come tante attività e iniziative, di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Le parole del Vescovo mons. Francesco Beschi hanno sancito a Casnigo la definitiva conclusione dei lavori di restauro del Santuario della Ss.Trinità, unanimemente riconosciuto come “la Sistina della Bergamasca”.

Era stato chiuso lo scorso ottobre per permettere un importante intervento di straordinaria
manutenzione al tetto, che rischiava seriamente di minare integrità e stabilità della struttura,
compreso il preziosissimo ciclo di affreschi dei pittori Baschenis.

Ad accogliere il Vescovo c’erano innanzitutto l’arciprete don Massimo Cornelli, il sindaco Enzo Poli ed il maresciallo capo Francesco Ciaco, comandante la stazione carabinieri di Gandino. Molti i fedeli ed i rappresentanti delle associazioni locali. Fra loro probabilmente anche l’anonimo offerente che con 200.000 euro ha reso possibile l’intervento.
“Tutto era cominciato il 19 maggio 2017 – spiega Natale Bonandrini del gruppo Amici della
Santissima Trinità – quando un gruppo di volontari si ritrovò all’indomani del completamento del progetto legato a videosorveglianza e illuminazione dell’area attorno al Santuario. Sul tavolo si misero i timori condivisi per lo stato del tetto (evidenziati da alcuni sommari rilievi) e la preoccupazione di dover raccogliere una somma ingente. Si pensò ad una diffusa sensibilizzazione, come avvenuto anni fa per il recupero della Sacrestia della parrocchiale di S.Giovanni Battista (opera mirabile di Ignazio Hillipront) e da subito i riscontri sono stati positivi”.
Una spinta decisiva è arrivata dalla Provvidenza, che dapprima ha fatto incrociare le strade dei
casnighesi con quelle dello Studio Tullio Leggeri di Seriate, che ha gratuitamente seguito tutta la
fase progettuale. Importante anche il lavoro qualificato dello Studio Erminio e Giuliano Imberti di Peia e la fattiva attenzione della Soprintendenza che ha validato scelte e procedure operative. “Gli orizzonti – aggiunge Bonandrini – si sono definitivamente aperti il 1 giugno 2019, quando in occasione della pubblica presentazione del progetto di recupero un anonimo benefattore ha assicurato un contributo di ben 200.000 euro, utile a coprire praticamente per intero i costi necessari”. Le difficoltà operative non sono comunque mancate, con qualche intoppo burocratico, l’emergenza Covid 19 e, purtroppo, la morte dell’arciprete don Giuseppe Berardelli a marzo dello scorso anno. Il cantiere, affidato all’impresa Edil-Te.Co. di Andrea Camilli di Gandino, è stato aperto il 7 ottobre 2020, tre giorni dopo l’ingresso a Casnigo del nuovo arciprete don Massimo Cornelli. “Si è lavorato a lotti circa quattro metri quadrati – spiega Bonandrini – avendo la necessaria cura dei materiali originali, con un manto impermeabile traspirante ricoperto con i coppi originali, che svolgono ora una funzione soprattutto di carattere estetico”. A febbraio, a lavori ormai conclusi, è stata avviata anche una robusta manutenzione dell’interno, grazie alla collaborazione di volontari e del restauratore Ivan Cattaneo di Leffe (con origini casnighesi). Quest’ultimo, a ricordo della giornata, ha offerto al Vescovo una sua opera.

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