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Un altro rinvio per il passaggio al mercato libero dell’energia

Slitta di nuovo la fine del mercato tutelato dell’energia. La scadenza, dopo diversi rinvii, era prevista per fine dicembre 2022. Un emendamento introduce un regime transitorio e la possibilità per i clienti domestici di rimanere sul mercato tutelato fino al 1° gennaio 2024.

«Riteniamo che ci sia ancora molto da fare – dice Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -, soprattutto sul versante dell’informazione. I consumatori, infatti, sono ancora molto disorientati e scettici verso il mercato libero (circa 13 milioni di utenze, pari al 56% della platea interessata)».

Secondo l’associazione dei consumatori della Cisl, diverse sono le cause di questa situazione: sicuramente l’inadeguatezza di una campagna di informazione ancora troppo limitata e debole, poi la mancata definizione dell’Albo dei venditori.

«Ad oggi, infatti, sono oltre 700 gli operatori censiti ed operanti in questo ambito, un numero che sicuramente disorienta e non offre elementi di trasparenza e garanzia ai consumatori ancora indecisi. Il superamento totale del mercato tutelato, per essere veramente efficace, dovrà essere economico, inclusivo nei confronti di tutti i consumatori, in grado di recepire e mettere a sistema le innovazioni tecnologiche per ottimizzare quanto offerto alle migliori condizioni, cercando anche di ampliare la visione d’insieme del mercato stesso in un’ottica di sostenibilità».

Altro elemento che blocca e comunque ritarda la realizzazione del Mercato libero dell’energia è l’attuale struttura tariffaria del costo dell’energia, che «alimenta in maniera consistente la sfiducia verso un mercato, che resta ancora per molti “opaco”».

Adiconsum propone il passaggio degli oneri generali di sistema non attinenti al consumo dell’energia, sulla fiscalità generale. Essendo questi, importi a copertura dei costi per delle politiche industriali determinate nel corso del tempo dai Governi, riteniamo che lo spostamento dalle bollette alla Fiscalità Generale, sarebbe opportuno sia per questioni di equità contributiva (seguendo la progressività prevista in Costituzione), sia per incrementare la trasparenza delle bollette stesse; il contenimento definitivo dell’Iva e l’armonizzazione delle aliquote sui consumi di energia elettrica e gas; lo spostamento delle accise e delle addizionali regionali sulla fiscalità generale; il controllo delle aste di CO2; la creazione di un Albo Venditori per il mercato libero, il cui accesso e permanenza va consentito solo in cambio di determinate garanzie di solidità finanziaria e di onorabilità, rafforzate anche da polizze fidejussorie; l’aumento del tetto Isee del bonus sociale e l’istituzione di un Fondo per combattere la povertà energetica.

«Ora però – continua Busi -, visto i rialzi record che si stanno verificando, anche nel mercato tutelato devono cambiare le cose. Occorre ad esempio che Acquirente Unico torni ad acquistare l’energia non soltanto, come fa ora, nel mercato del giorno prima ma anche con contratti di medio-lungo termine per spuntare prezzi più favorevoli».

Uno dei problemi che le associazioni dei consumatori hanno spesso sollevato riguarda infatti le distorsioni del mercato libero dell’energia, le pratiche aggressive di “conquista” dei consumatori e la difficoltà per i clienti di comprendere quando un’offerta di energia sia davvero conveniente.

«Il mercato dell’energia è complesso e non è facile districarsi fra le offerte. È infatti importante capire anche quali siano i propri consumi di energia, per scegliere sul mercato libero le offerte più convenienti per il proprio profilo di consumo. Negli ultimi mesi, poi, gli aumenti record che stiamo vivendo dei prezzi di elettricità e gas hanno inserito un altro elemento di complicazione. Con i rincari sul mercato tutelato diverse stime rivendicano oggi la convenienza delle offerte bloccate sul mercato libero dell’energia. Si stima che il costo dell’uso degli elettrodomestici potrebbe aumentare, complessivamente, di circa il 55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del 30% rispetto al trimestre precedente, per una famiglia rimasta nel mercato tutelato. Chi quest’anno ha scelto con attenzione il mercato libero dell’energia ha risparmiato rispetto a chi è rimasto sul mercato tutelato. Con una tariffa bloccata, è arrivato a risparmiare fino al 26% per l’elettricità e fino al 31% per il gas, e anche nella prima parte del 2022 le tariffe saranno alte, forse addirittura superiori a quelle attuali».

Valutare di passare al mercato libero potrebbe essere una strategia per ridurre almeno in parte il peso della bolletta, soprattutto se si sceglie una tariffa bloccata mettendosi così al riparo da ulteriori aumenti. «Per evitare brutte sorprese – conclude la presidente di Adiconsum Bergamo -, è però fondamentale scegliere con attenzione il fornitore e optare, fra le società solide che operano nel mercato libero, quelle che offrono un prezzo più conveniente rispetto al tutelato».

 

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