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Videogame che passione: quando il gioco è di un altro livello

Videogame che passione! I momenti passati con la console, pc o  cellulare a volte possono essere più di un passatempo. La competizione online può arrivare infatti anche ad articolarsi in tornei internazionali con giocatori, anzi player, da tutto il globo e di ogni età.

Ne è un esempio il mondo che c’è dietro a un videogame di strategia come Clash of Clans che in questi giorni sta vivendo l’esperienza del torneo Highlander Cup Season 1.

Il torneo, con “epici scontri online”, ha preso il via lo scorso 15 dicembre, ed è promosso dall’associazione eVolute Gaming A.S.D e in particolare dal suo settore eSport internazionale eVolute TFCC eSports (le iscrizioni, per i soli tesserati Fide si sono chiuse nei giorni scorsi).

Tra i giocatori dei 27 team in gara c’è anche un 42enne di Parre, che nella vita gestisce un servizio di gastronomia e pizzeria d’asporto a Clusone vicino alle scuole.

«Nel 2014 ho iniziato scaricando l’applicazione, di fatto cominciando a giocare – racconta Emanuele Botti -. All’inizio era solo una questione di divertimento, ma poi è diventato come un vero e proprio sport. Ho un’associazione sportiva che mi segue con sessioni di “allenamento” e che organizza tornei. Ci sono anche occasioni di coaching con cui rinforzare le proprie capacità. È un mondo più complesso di come sembra e che continua a crescere con tantissime novità».

«Ora  – aggiunge Emanuele – da circa 1 anno prendo parte anche a tornei all’interno dell’ambiente EA Sport. Un modo diverso di interfacciarsi al gioco, orientato alla partecipazione di tornei e competizioni anche di carattere internazionale. Come Clash of Clans ci sono anche tanti altri giochi (legati ad ambienti diversi) con cui è possibile portare la propria passione per i videogame a un altro livello».

La cooperazione, o la sfida, con giocatori di altri Paesi

Merita una riflessione l’ambiente in cui si calano i giocatori. «Ogni player è spesso inserito in un team – continua Botti – in cui è necessario cooperare e lavorare per obiettivi comuni. Spesso si costituiscono squadre con persone dello stesso Paese, ma capitano anche team internazionali, soprattutto nei campionati mondiali, in cui sono in palio cifre economiche interessanti. Per alcuni questi giochi rappresentano una vera e propria professione, non solo un passatempo».

Al campionato mondiale di Fortnite (un battle game free-to-play) nel 2019 hanno preso parte 40 milioni di utenti e il vincitore assoluto ha conquistato un premio da 3 milioni di dollari (il montepremi complessivo era di 30 milioni).

I videogame come sport digitali

Se tirare due tiri al pallone sotto casa è un passatempo, mentre entrare in una squadra significa iniziare a praticare uno sport, lo stesso vale allora anche per i videogame: per qualcuno può arrivare il momento di fare sul serio. Del resto per vincere competizioni internazionali digitali serve allenamento, costanza, preparazione e abilità: come per gli sport tradizionali, o, a questo punto verrebbe da dire, “analogici”.

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