È tempo di elezioni in Ascom Confcommercio Bergamo. Sono infatti in scadenza le cariche di rappresentanza dei gruppi di categoria. Il 2022 si apre con il rinnovo degli organi direttivi, con incarichi che resteranno in vigore per tutto il quinquennio, 2026 compreso. Il calendario, ratificato dal consiglio direttivo svoltosi il 7 febbraio, prevede, a partire da lunedì 14 febbraio, quasi due mesi di assemblee di rinnovo dei gruppi di categoria a ritmi serrati. A inaugurare la nuova tornata elettorale lunedì 14 febbraio il gruppo “Varie” che accorpa tutte le attività imprenditoriali che non hanno un gruppo di riferimento; si prosegue il 15 febbraio con i “Librai Cartolai”, il 16 febbraio con i “Commercianti di preziosi e antiquari”, il 17 febbraio con i “Liberi Professionisti” e il 18 febbraio con gli agenti immobiliari Fimaa (questi gli appuntamenti di settimana prossima *).
Da qui al 7 aprile saranno rinnovati tutti i 27 gruppi di categoria e i 2 gruppi trasversali (Giovani Imprenditori e Terziario Donna) che rappresentano il mondo del commercio, turismo e servizi. Il 2022 segna però un’ulteriore crescita della rappresentanza Ascom, con la nascita di due nuovi gruppi di categoria (che salgono così a 29, 31 complessivi con giovani e donne): “commercio elettronico” per rispondere alla crescita delle imprese del commercio tradizionale che si affacciano sul web e “servizi impresa”, con la costituzione a livello provinciale di Asseprim, la Federazione nazionale servizi professionali per le imprese.
Terminata questa prima fase elettorale, ad aprile si costituirà il nuovo consiglio delle categorie, formato da tutti i neopresidenti che definirà la lista dei candidati e fisserà la data dell’assemblea che eleggerà il nuovo direttivo, il collegio dei revisori dei conti e probiviri. L’iter si concluderà con l’elezione del presidente, dei vicepresidenti e dei delegati del territorio, figura istituita dall’ultima revisione dello statuto, con l’incarico di rappresentare il tessuto imprenditoriale bergamasco e favorire lo sviluppo del commercio locale.
Le assemblee per il rinnovo delle categorie rappresentano l’occasione di confronto e incontro degli associati sull’andamento dei diversi settori in un momento di grande difficoltà, amplificata da quasi due anni di emergenza sanitaria. In generale, sulla base dei dati Ascom su elaborazione dati camerali al IV trimestre 2021, il tessuto imprenditoriale tiene nonostante le numerose difficoltà.
Considerando il territorio nel complesso, inclusa la città, si conferma la tenuta delle imprese (23.921) dopo le perdite registrate nel 2020 (+0,7%). In controtendenza rispetto alla città, la chiusura di bar e ristoranti, mentre tengono le botteghe alimentari nei centri storici (+0,3%), grazie anche alla preferenza per effetto della pandemia dei negozi sotto casa e di prossimità. Stabili le imprese dei servizi e gli ausiliari (+0,2%). In crescita le imprese del commercio non alimentare, grazie alla spinta delle micro imprese di commercio elettronico. Restrizioni e calo dei consumi stanno mettendo in difficoltà una categoria storica del commercio come gli ambulanti, soprattutto del settore non alimentare, che calano ancora di 49 imprese (– 2,3%).
“Confidiamo in una buona partecipazione da parte dei soci al rinnovo dei direttivi di categoria, per dare sempre maggiore voce alle imprese e aprire al confronto e al dibattito sui temi sindacali – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo – Mai come in questo momento e sulla base di numeri apparentemente positivi possiamo affermare la difficoltà del commercio, amplificata da quasi due anni di pandemia. Il numero delle imprese tiene più per orgoglio degli imprenditori e per mancanza di alternative lavorative che per reale opportunità economica”. Il 2022 è un anno decisivo per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi: “Questo è un anno importante per la politica associativa ed è cruciale per il terziario. Il quadro economico e sociale in cui operiamo sta rivelando tutta la sua fragilità e gli aumenti esponenziali delle spese indispensabili per energia e alimentari mettono freno ai consumi – continua Zambonelli -. E, in generale, prevale una maggiore prudenza e parsimonia anche tra chi non vede intaccato il proprio potere d’acquisto, ma anzi può contare su maggiori risparmi accumulati in questi due anni”.