La seconda edizione di Bergamo Next Level – la settimana di eventi ideata e promossa da Università degli studi di Bergamo e Pro Universitate Bergomensi – si apre all’insegna della rigenerazione, declinata nelle sue accezioni culturale, sociale, economica e urbana.
Una sfida che crea un legame ideale con la città ucraina di Leopoli, protagonista dell’evento di apertura della manifestazione con l’intervento del sindaco Andrij Sadovyj, in collegamento con il Kilometro Rosso di Bergamo.
“La nostra città, che conta 1 milione di abitanti, ospita anche 200 mila profughi, e questo comporta una forte pressione su tutti i servizi. Ma ci eravamo preparati da tempo a situazioni estreme” – ha spiegato il primo cittadino – “L’anno scorso ho costituito il ‘team della resilienza’. Ogni settimana ci siamo incontrati e ci siamo preparati ad affrontare situazioni estreme. Sei mesi prima dell’invasione russa, ad esempio, ho incaricato il mio gruppo di lavoro di assicurare l’approvvigionamento idrico della città senza ricorrere all’uso di elettricità. I miei collaboratori mi hanno dato per pazzo: abbiamo acquistato generatori, ci siamo preparati all’emergenza. È difficile sapere oggi come sarà il futuro, ma certamente questa rimarrà un’esperienza importante”.
A spiegare come è nato l’invito al sindaco è Alberto Brugnoli, Presidente della Cattedra Unesco dell’Università di Bergamo: “Sono molti i tratti in comune tra Bergamo e Leopoli: la presenza sul territorio di siti UNESCO, l’importante polo industriale e logistico, e il ruolo centrale dell’Università in città. Ci ha colpito la capacità di resilienza di questa città. Il fatto che da tempo stessero costruendo una città circolare, autonoma in qualunque frangente. Stiamo già pensando a una progettualità comune da sviluppare con Leopoli, sotto l’egida della Cattedra UNESCO Unibg e con l’obiettivo di promuovere una cultura di pace e di dialogo interculturale”.
Ad intervenire all’evento inaugurale anche Maurizio Martina, Vicedirettore generale della FAO: “Rigenerare senza confini sembra impossibile oggi, ma è necessario continuare a ragionare in termini globali – ha commentato nel suo contributo video – Penso alle tre principali cause della fame crescente nel mondo – conflitti, climi estremi e shock economici -, e sono tutti fenomeni globali. Il multilateralismo in crisi ha bisogno di ripensarsi per proporre ancora una volta un’idea di mondo cooperativo, solidale, in cui le interdipendenze siano un punto di forza e non di debolezza. Serve disegnare un nuovo pensiero, e credo che sia indispensabile farlo anche a partire dai territori. Si va verso una ‘globalizzazione selettiva’, per macro-aree geopolitiche omogenee: è una grande sfida anche per l’Europa, che deve pensare ad una propria strategia in rapporto al continente africano”.
Fino al 20 maggio la rassegna vede coinvolti più di sessanta tra docenti e ricercatori UniBg, protagonisti nel ruolo di curatori e moderatori di talk, workshop, conferenze, spettacoli e lezioni aperte dedicate a ricerche e progetti in corso sui temi chiave dello sviluppo futuro del territorio di Bergamo.
“Bergamo Next Level – ha spiegato Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli studi di Bergamo – vuole essere sia un momento di riflessione strategica all’interno dell’Università che un’occasione di relazione e contaminazione con tutti gli attori del territorio, per realizzare davvero una “Università per il territorio”. La rigenerazione a cui guardiamo è culturale: vogliamo coinvolgere tutta la filiera dell’educazione, dagli istituti scolastici all’Ateneo, e proporre oltre alla formazione anche percorsi di cittadinanza. Vogliamo costruire una rigenerazione che vada anche oltre i confini della città. Nel percorso che Bergamo Next Level avvia ci sta a cuore coinvolgere in particolare i giovani”.
Di rigenerazione delle filiere produttive parla invece Cristina Bombassei, presidente di Pro Universitate Bergomensi: “Quello bergamasco è un territorio manifatturiero, di connessione, in cui operano filiere strutturate, solide e con grandi potenzialità di sviluppo. Le transizioni digitale ed ecologica possono rappresentare una grande opportunità per le nostre imprese, ma pongono anche sfide molto complesse. Per un sano sviluppo economico e sociale del territorio le filiere devono restare integrate, coese, robuste e resilienti. La crescita deve essere inclusiva. Abbiamo bisogno di un’Università integrata in un territorio capace di accedere alla ricerca e innestare processi di innovazione creando reti, partnership e modelli collaborativi di sviluppo”.
Il programma completo di Bergamo Next Level è disponibile su
www.bergamonextlevel.it.