Si è concluso questa mattina, lunedì 27 giugno, il procedimento elettorale per il rinnovo del Direttore di Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione dell’Università degli studi di Bergamo.
Per il triennio 2021-2024 il Dipartimento sarà guidato da Alfredo Paternoster, professore ordinario di filosofia del linguaggio. Le sue aree di ricerca sono la filosofia analitica del linguaggio e della mente, in particolare le teorie dei concetti, la filosofia della percezione, le semantiche cognitive, i fondamenti epistemologici delle scienze cognitive, le teorie della coscienza, autocoscienza e del sé. Numerose le sue pubblicazioni tra cui le due recenti monografie Comprendere il linguaggio (con Fabrizio Calzavarini) e The Self and its Defences (con Michele Di Francesco e Massimo Marraffa).
La nomina di Paternoster va ad aggiungersi a quella del nuovo Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Corrado Del Bò, professore ordinario di Filosofia del diritto. Del Bò studia le teorie della giustizia, il rapporto tra ordinamento e religioni, il turismo come fenomeno sociale. Alunno del Collegio Ghislieri di Pavia, dove ha compiuto i suoi studi universitari, è membro di diversi comitati scientifici, tra cui il Centro Studi Politeia di Milano, ed è autore di numerose pubblicazioni, l’ultima delle quali è Giustizia. Un’introduzione filosofica, in uscita a ottobre per Carocci. Appassionato di calcio, con Filippo Santoni De Sio, ha scritto La partita perfetta. Filosofia del calcio.
A congratularsi il rettore Sergio Cavalieri, che ha detto: «Auguro buon lavoro ai direttori, che ringrazio per la disponibilità e il senso di servizio. Saranno alla guida di due dipartimenti di estremo valore per l’ateneo e per il territorio in un momento storico molto importante. In un contesto di profondo mutamento, stiamo, infatti, elaborando il nuovo piano strategico, che esplicherà la sua efficacia nella definizione della nuova offerta formativa, delle aree di ricerca e terza missione sulle quali puntare. I direttori hanno un ruolo cruciale nel definire il percorso dei prossimi anni attraverso l’interazione interna tra i dipartimenti ma anche verso l’esterno, tra università e territorio, tra pubblico e privato attraverso ecosistemi che favoriscano un’università aperta a un futuro in trasformazione, alle innovazioni, sociali, digitali e organizzative, a una proiezione internazionale, aperta e inclusiva nel dialogo con la società».