«Il mio lavoro è partito dall’ascolto del territorio, delle associazioni di categoria, degli imprenditori, delle famiglie e delle imprese. Io credo che la politica debba partire dal territorio per poi tradurre le esigenze che vengono dalla gente in azioni parlamentari.» È questo il leitmotiv di Rebecca Frassini, 34 anni, dal 2018 Deputata della Lega e oggi candidata del centrodestra nel collegio uninominale di Bergamo (Lombardia 3 U02) per la Camera.
Durante questa Legislatura è stata membro della V Commissione: bilancio, tesoro e programmazione. Quale è stato il suo lavoro e, nello specifico, cosa ha fatto per Bergamo e le sue valli?
«Un esempio è l’emendamento che è stato approvato a mia prima firma nel decreto Sostegni-Bis che destinava 30 milioni alle regioni per ristorare i piccoli comprensori sciistici, come quelli presenti nelle valli bergamasche. Questi fondi erano destinati a impianti di medio-piccole dimensioni per la loro ripresa, dato che sono stati quelli più penalizzati durante il Covid perché sono rimasti chiusi e hanno sofferto di più rispetto ai grandi comprensori.»
Nel 2021, poi, lei è stata cofirmataria di una proposta che chiedeva l’attuazione di una zona economica speciale per la montagna nel territorio di Bergamo. Non è mai stata approvata. Pensa ci sarà questa possibilità nei prossimi anni?
«Quella è una battaglia che noi riteniamo essere sacrosanta, proprio perché, purtroppo, la montagna, con i Governi precedenti, è sempre stata lasciata un po’ abbandonata a se stessa. Noi con il Ministero del turismo, quindi con il nostro ministro Massimo Garavaglia, durante quest’ultimo Governo siamo riusciti a stanziare ingenti risorse per questo settore. Inoltre, con il prossimo Governo crediamo sia necessario istituire un Ministero ad hoc sulla montagna, perché ha tutta una serie di esigenze che non possono più essere accantonate. Noi vogliamo assolutamente dare dignità a questi luoghi, ad esempio investendo sulla fiscalità privilegiata per farvi impresa, per far sì che i giovani o le famiglie non si debbano spostare nei centri cittadini. Ritengo che la montagna sarà tra le priorità del prossimo Governo, soprattutto per quanto riguarda noi della Lega. Proponiamo anche fiscalità privilegiata e azzeramento dell’IVA sui pannolini e su latte per fermare il calo demografico che colpisce anche le nostre valli.»
Non solo il turismo, anche l’istruzione è un settore che può essere potenziato in Val Seriana. Quali sono le idee della Lega?
«Una sede distaccata dell’Università che sia in una posizione privilegiata, come potrebbe essere Clusone, per attrarre ragazzi e ragazze che vivono lontano da Bergamo è un’idea su cui si potrebbe ragionare. Inoltre, ciò consentirebbe di evitare che molti giovani abbandonino i propri paesi natali per andare a vivere nelle città universitarie.»
Nell’ambito della sanità, invece, quale è la vostra posizione?
«È evidente che se non ci fosse stata Regione Lombardia che ha sopperito alle mancanze dello Stato durante la pandemia, la strage sarebbe stata ben peggiore. Perciò è importante che la sanità venga gestita ancora a livello decentrato perché le regioni sono più vicine ai territori e sanno come incidere sulle questioni di tutti i giorni. Quindi, si deve assolutamente potenziare il settore sanitario. Guarda caso gran parte del bilancio della Lombardia è proprio su questo tema. È palese che durante il Covid abbiamo avuto difficoltà, ma è altresì indiscutibile che la Regione, nonostante le difficoltà e nonostante sia stata abbandonata dal Governo centrale in piena emergenza, sia riuscita a dare delle risposte. Ovvio che c’è da investire sempre di più sulla sanità, soprattutto in un momento storico come questo. Dopo la pandemia, infatti, molti soffrono di disturbi psichici, quindi si deve creare un sistema di supporto psicologico utile per tutte le persone in difficoltà.»
Alcuni candidati, suoi rivali, propongono l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid. Cosa ne pensa?
«Bisogna fare luce su quello che è successo, sulle tante, troppe mancanze che ci sono state sul nostro territorio, che è stato quello più martoriato, quello che più ha sofferto. Quindi è evidente che una Commissione d’inchiesta che chiarisca come andò sulla mancata zona rossa è essenziale. Infatti, come Lega abbiamo già depositato in Parlamento la proposta per istituirla.»
Quando si parla di istruzione e sanità ci si chiede sempre: pubblico o privato? Voi cosa rispondete?
«Noi crediamo che la sanità debba dare risposte, perciò bisogna potenziare sia il pubblico che il privato, anche per curare al meglio gli effetti collaterali della pandemia. A proposito di istruzione, riteniamo che le scuole private non siano da demonizzare. E come per la sanità c’è bisogno di ingenti investimenti. Oggi il problema è che molti studenti, una volta finito il ciclo di studi, non sono pronti per il mondo del lavoro. Perciò bisogna potenziare l’alternanza scuola-lavoro e lavorare perché gli stage siano più formativi e orientati all’assunzione. I giovani sono il nostro futuro e la forza motrice del nostro Paese. Quindi è necessaria una politica che dia incentivi alle imprese per le assunzioni dei giovani.»
Il precariato è un altro grave problema che colpisce le nuove generazioni. Cosa proponete per risolverlo?
«Il grande problema è il Reddito di cittadinanza, perché la cultura dell’assistenzialismo sta rovinando il mercato del lavoro, dato che incentiva le persone a ricevere il sussidio senza fare nulla. La nostra visione è diametralmente opposta a questa. Noi siamo per la cultura del lavoro. Quindi si devono prendere 6 miliardi, togliendoli ai 10 totali che costa il Reddito di cittadinanza per investirli in politiche attive del lavoro e incentivi alle imprese. Il Reddito è utile se aiuta persone in difficoltà, ma è sbagliato investire così tante risorse per una sola voce di bilancio. Perciò il Reddito di cittadinanza ha bisogno di una modifica strutturale.»
Però anche voi della Lega avete votato per la sua approvazione?
«Non c’era mai stato, quindi è stata una prova. Inizialmente pensavamo che potesse contribuire a rilanciare il mercato del lavoro, grazie a delle politiche attive. Però è evidente che qualcosa è andato storto. Noi non abbiamo la presunzione di dire: “l’abbiamo votato e quindi va bene così” come fanno i 5 Stelle. Se a detta dei numeri risulta sbagliato va modificato. Ad esempio, è stato approvato un emendamento a mia prima firma che consente ai ricettori del Reddito di accettare direttamente una proposta fatta da un’azienda, senza bisogno della mediazione dei centri per l’impiego. Ce lo chiedevano soprattutto le imprese del settore turistico, alberghiero e della ristorazione.»
Nei settori da Lei citati, molte persone si lamentano di lavorare, ma sottopagati. Altri schieramenti propongono con forza il salario minimo. Voi?
«Noi non siamo contro a prescindere, però la nostra cultura di impresa e di lavoro è un’altra. Noi crediamo che le aziende debbano essere sostenute perché è evidente che aiutando loro si aiutano i lavoratori. Lo Stato deve essere amico dell’imprenditore e non prenditore con loro.»
Il bonus 110% è stato molto utile per rilanciare un settore importante della Val Seriana, ovvero l’edilizia, ma è stato criticato per il sistema della cessione del credito fiscale d’imposta. Come vi collocate voi in questa discussione?
«Quando il cittadino si fida di una norma, lo Stato non può far finta di nulla. Quindi il tema della cessione del credito deve essere risolto, perché molti, anche qui in bergamasca, hanno iniziato i lavori e adesso è tutto bloccato.»
Altro grave problema che paralizza la produzione oggi è l’aumento del prezzo del gas e la crisi energetica. Cosa propone la Lega per uscire da questa situazione?
«Nel breve periodo bisogna continuare con gli aiuti a imprese e famiglie, con l’azzeramento degli oneri di sistema sulle bollette. Inoltre, serve un tetto europeo sul prezzo del gas e occorre disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas. Dobbiamo mettere sul tavolo 30 miliardi, come ha fatto la Francia, perché se non agiamo subito rischiamo un’esplosione del nostro tessuto imprenditoriale. Poi si deve continuare a diversificare gli approvvigionamenti. Noi dipendevamo dal gas russo per il 40% e oggi, grazie al lavoro del Governo, siamo riusciti ad arrivare al 16%. L’obiettivo è la totale indipendenza dalla Russia, che raggiungeremo solo tra circa un anno e mezzo. A lungo periodo si deve ragionare sul nucleare pulito di quarta generazione. Sia perché è inserito nella tassonomia UE degli investimenti ecologici e sia perché ci consentirà di avere una vera indipendenza energetica.»
Lei ha parlato bene dell’attività del Governo, ma le altre forze politiche vi accusano di essere tra i colpevoli della caduta di Draghi. Cosa risponde?
«Io resto ai fatti. La fine di questo Governo ha un solo colpevole: Giuseppe Conte. Il M5S in maniera irresponsabile e surreale si è opposto al termovalorizzatore di Roma. Da quel momento ci sono stati una serie di no che hanno portato il Premier a dire che se fosse mancata la fiducia al suo esecutivo da parte dei pentastellati, il Governo sarebbe caduto.»
Abbiamo parlato anche di Russia. I vostri avversari vi accusano di avere rapporti privilegiati con Putin.
«Non ci sono rapporti tra Salvini e il leader russo. Questo aspetto è usato strumentalmente dal PD che non ha argomenti tranne quello di attaccare il centro destra su aspetti che non hanno nulla di provato.»
A proposito della guerra. Quale è la posizione della Lega?
«Noi siamo d’accordissimo con le sanzioni, è evidente però che non hanno prodotto l’effetto sperato. Noi ci siamo schierati sin da subito con il popolo ucraino e contro Putin, che è un dittatore. La nostra collocazione atlantista è fuori discussione, ma se abbiamo famiglie e imprese che sono in difficoltà, qualche domanda a livello europeo dobbiamo farcela.»
Molti osservatori politici dicono che la Lega è camaleontica. Sta tornando federalista e si dichiara europeista dopo che ha vagheggiato l’idea di uscire dall’Euro. È una narrazione giornalistica o si percepisce anche dall’interno?
«La Lega è il partito più anziano del Parlamento e oggi con Salvini si è attualizzato il progetto di Bossi. Quindi no, non è cambiato assolutamente nulla. La nostra priorità è fare politica sul territorio. Il tema dell’autonomia per noi è centrale. Inoltre, noi da Stato membro e contributore netto contestiamo l’Europa quando ci lascia da soli, come nel grande tema dell’immigrazione. Le nostre critiche servono a migliorare la condizioni di tutti i Paesi dell’Unione.»
Ecco. Cosa propone la Lega sul tema dell’immigrazione?
«Noi vorremmo ripristinare i Decreti sicurezza di Salvini perché, lo dicono i dati del Ministero dell’Interno, quando lui era Ministro, gli sbarchi erano diminuiti e con essi le morti in mare. Noi crediamo che chi scappa dalla guerra debba essere accolto, mentre i migranti economici vanno gestiti in maniera diversa rispetto a ciò che propone la sinistra, che vuole portare qui tutti e poi scaricare il problema sui sindaci che, purtroppo, non riescono a gestirli, con un conseguente aumento della microcriminalità. Quindi piuttosto vanno aiutati nei Paesi di partenza, cercando di sostenere progetti in loco, non certo accogliendoli tutti. Anche perché con i molti disoccupati che ci sono in Italia, bisogna prima dare lavoro ai nostri concittadini.»


















