Squilla il telefono, dall’altra parte una voce femminile: “Ciao nonna, volevo avvisarti che mi hanno portato in ospedale per il Covid…”. Peccato che non ci sia nulla di vero e a parlare non sia una nipote della signora. Un chiaro tentativo di truffa, fortunatamente non andato a buon fine per la presenza in casa del figlio della donna.
È proprio lui a raccontarci l’episodio, accaduto oggi (martedì 11 ottobre) a Clusone. «Hanno chiamato sul numero fisso di casa di mia mamma. Fortunatamente ero a pranzo da lei. Il volume del telefono era particolarmente alto, oppure per errore mia mamma ha schiacciato il viva voce, e io ho sentito subito che non poteva trattarsi di una delle mie nipoti, dato che l’accento non era di certo bergamasco. Mia mamma ha chiesto un paio di volte se aveva capito bene che l’avevano ricoverata, al che ha chiesto: “Sei …?”, facendo il nome di una delle mie nipoti. E la tizia al telefono, logicamente, ha risposto “Sì, sono …!”».
«Ma la nipote in questione è da poco all’estero – prosegue il racconto -. Inoltre, avrebbe sicuramente chiamato prima i propri genitori, e poi al limite noi zii, sicuramente non la nonna. Al che mi sono fatto dare il telefono e ho detto: “Io sono lo zio, come mi chiamo?”. Al silenzio dall’altra parte del telefono ho replicato a dovere. Poi hanno logicamente riattaccato. Naturalmente ho verificato con mia nipote, per sicurezza, e lei è cascata dalle nuvole».
La nonna, nel frattempo, si era spaventata. «Preciso che mia mamma è lucidissima, senza nessun problema particolare, però è stato sufficiente una voce femminile giovane per farla agitare. Non si è resa conto di essere stata lei, involontariamente, a dare il nome della nipote, ed è andata in panico». Facile immaginare cosa sarebbe potuto accadere senza la presenza del figlio in casa.
Altri tentativi simili sono stati fatti sempre oggi a Clusone. La mamma di un conoscente della persona che ci ha segnalato l’episodio ha ricevuto una telefonata simile.
