In tanti hanno scelto di trascorrere la mattina del 1° gennaio in vetta al Pizzo Formico. Ieri è infatti tornata, dopo due anni di interruzione a causa della pandemia, la tradizione della Messa di Capodanno a 1632 metri di quota.
La tradizione venne avviata più di mezzo secolo fa (nel 1970) da don Martino Campagnoni, storico direttore del Patronato San Vincenzo di Clusone, che ha celebrato sino al 2005. A presiedere la celebrazione è stato quest’anno don Tommaso Frigerio, vicerettore del Seminario di Bergamo e vicario festivo a Clusone. L’altare è stato allestito come tradizione ai piedi della grande croce in ferro, posata nel 1933 per ricordare i 19 secoli dalla morte di Cristo. Su di essa spiccavano le bandiere della Pace, nel giorno in cui la Chiesa Cattolica ricorda Maria Madre di Dio e la Giornata Mondiale della Pace.
Nonostante la giornata non fosse particolarmente tersa, per gli escursionisti presenti (almeno 400-500), saliti da Clusone e da Gandino, il panorama a 360 gradi su Alpi e Prealpi è stato ancora una volta il miglior auspicio per un 2023 ricco di bellezza e nuovi orizzonti.