È stata riaperta l’inchiesta per l’omicidio di Stefano Gonella, il giovane di Piario ucciso a coltellate nel 2006 a Bologna. Dopo 16 anni la speranza degli inquirenti è di riuscire a dare un nome all’assassino grazie alle nuove tecniche che nel frattempo la scienza ha messo a disposizione.
Sulla base del racconto di due testimoni, era stato diffuso un identikit del presunto assassino: un giovane dai capelli lunghi, neri. Ma Procura e Squadra mobile non sono riuscite a dargli un’identità. Ora, però, il pubblico ministero Maria Gabriella Tavano ha riaperto l’inchiesta. Nuove e più specifiche analisi sul Dna raccolto sulla scena del crimine potrebbero dare una svolta al caso. Dopo gli accertamenti che verranno eseguiti da un genetista di Ancona, il profilo genetico verrà inserito nella banca dati delle forze dell’ordine creata nel 2016.
Stefano Gonella, originario di Piario, lavorava a Bologna come portiere di notte in un albergo. Venne assassinato la mattina del 23 settembre 2006. Dopo aver trascorso la serata con alcuni amici, rientrò nel suo appartamento di via Passarotti intorno alle 4 del mattino. Probabilmente conosceva il suo assassino, perché in casa non vennero trovati segni di effrazione. Probabilmente il giovane bergamasco lo aveva fatto entrare in casa.
Nell’appartamento c’era anche un giovane spagnolo che Stefano Gonella stava ospitando da qualche giorno. Raccontò di essere stato svegliato intorno alle 6,30 da un forte trambusto. Fece in tempo a vedere un uomo fuggire. Il giovane bergamasco era invece nella propria stanza agonizzante. Anche un vicino raccontò di aver visto l’assassino fuggire. Nei giorni successivi la scientifica trovò un capello sulla scena del crimine, da cui venne poi estratto il dna. Quel dna da cui ora gli inquirenti sperano di raccogliere elementi per identificare il killer.