Sabato 25 e domenica 26 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, la 31° edizione dell’evento culturale che ha cambiato il modo di avvicinarsi alla bellezza di un pubblico numeroso, ogni anno più curioso. A rendere speciali questi due giorni sarà, come sempre, la partecipazione di migliaia di amanti della cultura e dell’arte attratti dalla proposta di luoghi non scontati e da chiavi di lettura inedite.
In Provincia di Bergamo sono 18 le proposte di visita in diverse località disseminate fra pianura, il capoluogo e il suo hinterland, le valli Brembana e Seriana. A organizzare questo ricco programma sono i volontari e le volontarie della Delegazione di Bergamo con il suo Gruppo Giovani, del Gruppo Bassa Bergamasca, di Palazzo Moroni e del Mulino di Baresi, che riapre in questa occasione a conclusione del restauro avviato nel settembre 2022.
Chiese, palazzi, giardini, edifici industriali, luoghi pubblici e privati, spazi rigenerati, passato, presente e futuro si intrecciano in queste giornate FAI per raccontare, nell’anno della capitale della cultura, una pulsione creativa che nei secoli è rimasta viva e illumina il presente proiettandosi verso il futuro.
L’edizione 2023 delle Giornate FAI di Primavera vede un numero davvero contenuto di visite su prenotazione: si tratta di luoghi che per le caratteristiche fisiche necessitano di una gestione di questo tipo. In tutti gli altri casi basterà armarsi di pazienza e attendere in coda il proprio turno, rispettando chi si è prodigato per regalare questa occasione speciale. Il numero di visitatori per ciascun gruppo sarà adeguato e con una scansione temporale che esalti l’esperienza di visita. Gli iscritti FAI, senza i quali tutto ciò non esisterebbe, avranno accesso prioritario alle aperture, salvo i casi in cui è necessaria la prenotazione on line. Due eventi speciali sono riservati ai soli iscritti.
Nell’edizione 2023 in programma nel week end del 25-26 marzo saranno 5 i Comuni coinvolti: Bergamo, Dalmine, Gazzaniga, Martinengo, Roncobello. Dalmine, Gazzaniga, Martinengo: tre comunità vive che il FAI racconta e presenta.
Marmo, Marinoni, Manni, Mausoleo: la lettera emme è il filo conduttore della meraviglia che suscita la visita di Gazzaniga, in media val Seriana. Alla famiglia Briolini si deve la costruzione, in un cimitero privato, del mausoleo che è iconico simbolo del paese: un tempio neogotico ultimato nel 1897 che raccoglie le spoglie dei Briolini, importante e ricca famiglia di Gazzaniga che dominò la scena economica e politica del comune dalla fine del XVIII all’inizio del XX secolo. Ricco di preziosismi architettonici e decorativi che alleggeriscono l’imponente mole conferendole una snella linea neogotica verticale che si erge verso il cielo, il Mausoleo Briolini è un’elegante e maestosa perla bianconera che si staglia nel paesaggio circostante. Sia all’interno che all’esterno un tripudio di simboli incuriosisce per i riferimenti terreni e divini. Le visite al mausoleo sono su prenotazione.
Gli studenti dell’I.I.S.S. Andrea Fantoni di Clusone accompagneranno i visitatori anche nella poco distante chiesa di Santa Maria Assunta e sant’Ippolito in cui spicca il fastoso altare-mausoleo di Sant’Ippolito, sfavillante di marmi e decorazioni, realizzato dalla bottega di Bartolomeo Manni, con lo scheletro del santo, traslato dalle catacombe romane, vestito di un’armatura. Vincenzo Angelo Orelli, Cavagna e Andrea Fantoni sono i grandi artisti che hanno abbellito con le loro opere la Parrocchiale di Gazzaniga: un patrimonio negletto, come l’adiacente, invisibile dall’esterno, chiesetta di San Giuseppe e la sua storia legata alla famiglia Briolini, la stessa del Mausoleo. Altre tre chiese, aperte in rare occasioni, soprattutto in contemporanea, completano la scoperta di Gazzaniga. La salita a San Rocco al Lago richiede un quarto d’ora a piedi, ma regala un angolo di tranquillità e di arte del tutto inatteso, alla ricerca del lago scomparso inghiottito dalle doline. La chiesetta domina dall’alto il paese e svela al suo interno le pareti del presbiterio interamente ricoperte di affreschi del primo cinquecento in massima parte opera dei Marinoni: opere di gusto lombardo in un’epoca in cui la pittura bergamasca guardava già decisamente a Venezia. Non può mancare un altare in marmo nero durante la visita, che sarà condotta da volontari e volontarie della Delegazione e del Gruppo Giovani FAI di Bergamo. Le chiese di San Mauro e del Crocefisso del Rovaro offrono un’opportunità unica per scoprire le qualità del prezioso marmo nero di Gazzaniga e le ragioni del suo valore. I volontari della Delegazione di Bergamo, e gli Apprendisti Ciceroni dell’IISS Fantoni, sveleranno nella chiesetta di San Mauro a Rova, nei pressi del nucleo storico più antico dell’abitato, importanti testimonianze pittoriche dei Marinoni, frescanti assai apprezzati fra ‘400 e ‘500, abbinate alla maestria dei Manni, che fra ‘600 e ‘700 realizzarono straordinari altari marmorei. La chiesetta del Crocifisso miracoloso, dall’originale struttura architettonica ottagonale, permetterà di cogliere la duttilità di impiego del marmo nero di Gazzaniga e le sfumature di colore che esso assume in base alla posizione occupata e alla luce che lo irradia.