«Un’emergenza che sta diventando strutturale», ha detto nei giorni scorsi la premier Giorgia Meloni parlando degli sbarchi di migranti sulle coste italiane. Per affrontare la situazione, come già accaduto negli anni scorsi, vengono coinvolti i territori. Anche in Alta Val Seriana si riaprono le porte di strutture per l’accoglienza.
Tra mercoledì 22 e giovedì 23 marzo a Gromo è arrivato un primo gruppo di migranti. Sarebbero 26, secondo le prime informazioni, e sono stati ospitati all’hotel Gromo, struttura che già negli anni passati era stata utilizzata per un progetto di accoglienza. Nel 2012 c’era stata anche una protesta da parte di alcuni migranti che avevano bloccato la strada provinciale.
Nel frattempo, in merito all’arrivo dei migranti, la sindaca di Gromo, Sara Riva, ha chiesto chiarimenti in una lettera inviata alla Prefettura di Bergamo e, per conoscenza, ad Ats, Vigili del Fuoco, agli Uffici risorse e territorio e Tributi e commercio del Comune di Gromo, oltre che alla titolare della struttura.
«In relazione all’incontro sulla questione migranti – scrive la sindaca rivolgendosi alla Prefettura -, tenutosi ieri mattina nei Vostri uffici alla Presenza dell’illustrissimo signor prefetto, sono con la presente a richiedere i dovuti aggiornamenti nonché la documentazione relativa alle verifiche necessarie da voi espletate sulla struttura che si è resa disponibile a ospitare i migranti ossia l’hotel Gromo. Mi risulta, infatti, che l’albergo in parola abbia cessato l’attività alcuni anni fa, come da comunicazione di chiusura attività pervenuta allo sportello unico attività produttive in data 29.09.2020 a firma della titolare. Inoltre, sono cortesemente a chiedere informazioni relative alla verifica delle condizioni di abitabilità dell’immobile, dei requisiti igienico sanitari da parte di Ats, della presenza di un piano di sicurezza aggiornato e dei controlli da parte dei Vigili del Fuoco».
La sindaca, inoltre, aggiunge: «Tengo a segnalare che, nonostante le vostre rassicurazioni, già ieri sera abbiamo riscontrato i primi problemi legati alla gestione dei profughi. Un consigliere comunale è infatti stato contattato dal pronto soccorso di Piario che doveva dimettere una persona ospite della struttura, ma la stessa non conosceva l’italiano e il personale non sapeva dove indirizzarla. Sto inoltre ricevendo richieste di informazioni da parte della popolazione alle quali, purtroppo, non sono al momento in condizione di rispondere per carenza di adeguata e puntuale comunicazione. Alla luce di quanto sopra, non mi resta che rimarcare le mie perplessità in ordine alla gestione della vicenda dalla quale stanno emergendo lacune e preoccupazioni».