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Conto alla rovescia per il Memorial Ultra Scalve Trail, la gara in ricordo del disastro del Gleno

Manca una settimana alla MUST – Memorial Ultra Scalve Trail – la gara voluta dalla Comunità Montana di Scalve e dalla Pro Loco Colere insieme ai comuni di Colere, Azzone, Schilpario e Vilminore di Scalve per celebrare i 100 anni della tragedia della diga del Gleno. Le iscrizioni sono ancora aperte. Attesi circa 500 atleti.

Le distanze saranno due, 47 e 24 chilometri, su un tracciato inedito e selvaggio, toccando tuttavia alcuni punti e località iconiche per la Val di Scalve e i suoi abitanti. La nuova MUST è nata con l’intento di abbracciare l’intera vallata e ricordare la tragedia avvenuta il primo dicembre 1923. Per la regia è stata scelta la la Fly-Up Sport di Mario Poletti, che ha subito colto con entusiasmo la sfida. MUST si svolgerà sabato 24 giugno.

I due tracciati – lungo, da 47 km e 3600 metri di dislivello positivo; corto, da 24 km e 1100 metri di dislivello – prevedono la partenza rispettivamente da Dezzo di Scalve e da Schilpario, e arrivo unico a Colere. Le squadre di pulizia lavorano da mesi per rendere il percorso perfetto e, proprio in questa settimana, si occuperanno della tracciatura. I tracciati andranno a toccare alcuni punti come i centri di Dezzo e Bueggio, i più colpiti dalla tragedia, oltre ai resti della diga (foto in alto, credits Cristian Riva) e il Santuario della Madonnina di Colere, distrutto dalle acque ma prontamente riedificato dagli abitanti. La gara più lunga, da 47 chilometri, toccherà Azzone (con la frazione di Dezzo di Scalve), Schilpario e il rifugio Tagliaferri, il Passo Belviso, la Diga del Gleno, Bueggio, Teveno, Polzone e rifugio Albani. Il trail da 24 chilometri invece, più alla portata di tutti, dopo la partenza da Schilpario, si snoderà tra Vilmaggiore, Diga del Gleno, Bueggio, Teveno. Entrambe le distanze sono sotto l’egida di FISky e quella da 47 chilometri è inoltre banco di selezione per gli atleti che andranno ai Campionati Europei di Skyultra a metà luglio in Montenegro.

Le iscrizioni sono ancora aperte sul sito PicoSport, mentre sul sito della gara è possibile trovare anche indicazioni relative all’accoglienza.

La storia della tragedia

Alle ore 7,15 del primo dicembre 1923, mentre parte dell’Italia ancora dormiva, i lavoratori si recavano a guadagnar la pagnotta e le madri svegliavano i loro bambini per andare a scuola, la Val di Scalve veniva sommersa da un’ondata di acqua, fango e detriti, che si lasciava alle spalle più di 350 morti, arrivando fino in Val Camonica. Precedendo di diversi anni un’altra grande tragedia, quella del Vajont, il crollo colpiva gravemente tutta la vallata, che però non si lasciava scoraggiare dall’accaduto e si rimboccava le maniche per riedificare e risistemare ciò che le acque avevano distrutto. La diga del Gleno, unico esempio al mondo di diga mista con la parte bassa “a gravità” e quella alta “ad archi multipli”, era una maestosa opera di ingegneria lunga 260 metri e alta quasi 100, i cui si credeva possenti muri avrebbero dovuto raccogliere le acque dei torrenti Povo e Nembo per trasformarle in energia elettrica. Un gigante da sei milioni di metri cubi d’acqua che, purtroppo, si riversarono tutti nella vallata sottostante radendo al suolo qualsiasi cosa sul loro percorso. Anche il Santuario della Madonnina di Colere, ricostruito dei coleresi in tempo record.

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