Anche un’azienda di Clusone protagonista alle XVIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Si tratta di Aeris Group, da oltre 30 anni attiva nel settore del trattamento aria, umidificazione, riscaldamento, refrigerazione e filtrazione.
Tra i padiglioni espositivi, spicca negli spazi dell’Arsenale di Venezia il padiglione del Regno del Bahrain che presenta “Sweating Assets”. Commissionato da Sua Eccellenza Shaikh Khalifa bin Ahmed Al Khalifa, Presidente dell’Autorità del Bahrein per la Cultura e le Antichità, e curato dagli architetti Latifa Alkhayat e Maryam Aljomairi, questo padiglione nasce dall’idea di come sia possibile sfruttare al meglio le risorse esistenti all’interno di un determinato territorio come quello del Bahrain, regione caratterizzata da carenza di risorsa idrica e da condizioni climatiche uniche di caldo e umidità estremi. La mostra si concentra dunque sulla possibilità di generare acqua attraverso l’interazione virtuosa dei sistemi meccanici di refrigerazione in quel contesto climatico.
I condizionatori, utilizzati per il raffrescamento, possono infatti trasformarsi in una fonte d’acqua e gli edifici in vasi per la condensa, trasudando acqua. In che modo? Massimizzando le infrastrutture di raffreddamento attraverso mezzi adattivi, gestendo le risorse e riducendo l’impatto negativo sull’ambiente. Il messaggio forte trasmesso da Sweating Assets è la necessità di non sprecare la risorsa acqua e di utilizzare le più moderne tecnologie per “produrla” e non disperderla. La provocazione riguardo al clima è un invito al raccoglimento e reindirizzamento delle acque di condensa sprecate verso le zone umide e le regioni agricole che ne avrebbero bisogno.
In questo contesto, è stata coinvolta Aeris Group. L’azienda di Clusone ha infatti contribuito alla creazione del microclima richiesto nel padiglione, ideando un nuovo sistema di umidificazione creato su misura per esplorare le condizioni climatiche uniche del Regno del Barhain, rispecchiando gli obiettivi e gli studi prefissati dal progetto.
«Sweating Assets significa utilizzare sistemi esistenti al meglio delle loro capacità, anziché cercarne di nuovi. Il costruito, le infrastrutture e le relazioni sono un paesaggio complesso e ricco di risorse spesso trascurate – spiega Eros Nani, amministratore delegato di Aeris Group -. In particolare, questa mostra fa luce sull’acqua generata dall’interazione dei sistemi meccanici di refrigerazione con il clima caldo e umido del Bahrein. Senza incoraggiare in alcun modo l’eccesso utilizzo di condizionatori, la ricerca ha voluto mostrare le possibilità e le soluzioni che emergono dal loro uso. Siamo molto felici di essere stati coinvolti in questo progetto e di aver contribuito, grazie alla nostra tecnologia, alla realizzazione del concept previsto per il Padiglione del Regno del Barhain».
Il padiglione esplora le condizioni climatiche uniche di caldo e umidità estremi insieme alle attuali esigenze di comfort in Bahrain, così come i diversi ambiti, da quelli domestici a quelli territoriali, evidenziando la posizione delle infrastrutture di raffreddamento rispetto a un ecosistema più ampio. Sweating Assets non incoraggia l’uso di sistemi di raffreddamento, ma scopre le possibilità date da un consumo necessario.
Gli ambienti costruiti, le infrastrutture e le relazioni sono un paesaggio artificiale complesso, ma ricco di risorse. Nelle intense condizioni di calore e umidità elevate del Bahrain, l’aria condizionata produce una condensa proporzionalmente elevata. Utilizzando questo sottoprodotto non intenzionale dell’attività antropogenica, le estremità sciolte sono legate, reindirizzando l’acqua verso altre parti all’interno di un’ecologia più ampia.
Il microambiente della mostra è una coreografia di temperatura, umidità e condensa. Trasmette le condizioni e le esperienze onnipresenti della vita sull’isola. A complemento dell’importazione del clima c’è un appello per la raccolta e il reindirizzamento delle riserve accidentali di condensa verso le zone umide e le regioni agricole che necessitano di rifornimento. Un paesaggio si trova adiacente a un freddo volume di condensazione, dimostrando la dicotomia dei sistemi industriali contro i motivi ecologici transitori.
Quando l’aria densa di Venezia entra in contatto con il volume, alla temperatura del punto di rugiada, l’acqua si rilascia costantemente sulla sua superficie. Rivestimenti, canali ed incavi controllano i modelli di condensa insieme al movimento dell’acqua. Dalla superficie l’acqua viene raccolta e portata a ‘depositi’ su un paesaggio terroso. Ciascun deposito rappresenta regioni scalate in base all’analisi quantitativa del raffreddamento che consumano e della successiva condensa che producono.
La pubblicazione “Sweating Assets: On Climate Conditioning and Ecology” completa la mostra fornendo analisi numeriche, ricerche e scritti qualitativi. Un audit a livello nazionale studia l’infrastruttura di raffreddamento, le sue implicazioni ambientali e le offerte sotto forma di acqua.