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Lotta al Covid, a Clusone l’arte per dire grazie a medici e infermieri

Un’opera a perenne ringraziamento per gli operatori sanitari che hanno combattuto durante la pandemia, anche a costo della loro stessa vita. A Clusone, a distanza di oltre tre anni dal periodo più difficile vissuto nel marzo 2020, il valore della memoria di quei giorni rivive, e lo fa attraverso l’arte.

Ieri (mercoledì 27 settembre), in un pomeriggio di ricordo ed emozioni nella sala Legrenzi di Palazzo Marinoni Barca, è stata infatti svelata la scultura “Verga di Esculapio”, realizzata dall’artista clusonese DaDil (Daniele Di Liddo) e donata al Comune. All’inaugurazione presenti numerose autorità e diversi sindaci dell’Ambito dell’alta Val Seriana e Val di Scalve. Dopo l’apertura e la descrizione dell’opera da parte dell’artista, è seguito un momento di riflessione sulle difficoltà affrontate dal personale sanitario nei giorni più difficili della pandemia, attraverso gli interventi dei diversi ospiti presenti. Significative, in particolare, le testimonianze di Ivana Marinoni e Barbara Giudici, infermiere del pronto soccorso di Piario in quel periodo, che hanno raccontato la loro difficile esperienza, senza nascondere una forte emozione.

«Oggi ci sono due protagonisti – ha detto durante la presentazione il sindaco di Clusone, Massimo Morstabilini -. Il primo è l’artista, che ringraziamo per la sua sensibilità. Poi c’è il personale sanitario, con medici e infermieri che in quel momento difficile sono stati eroici. Il loro sforzo va sempre ricordato così come quel periodo che fa parte della nostra storia recente».

Non è un caso, dunque, che l’artista DaDil, nel realizzare la sua opera, si sia proprio ispirato alla verga di Esculapio, da cui il nome. «Ho voluto esprimere un senso di rinascita – spiega -. Volevo ridare stimoli anzitutto a me stesso, e poi agli altri, c’era bisogno di stimoli per ricominciare dopo quel periodo difficile».

Proprio con la volontà di restituire, attraverso l’arte, il proprio ringraziamento al personale sanitario, l’artista ha così realizzato la sua opera. «Ho cominciato con uno studio delle ali – prosegue DaDil -, perché volevo ricollegarmi all’araba fenice, simbolo di rinascita per antonomasia. Volevo però dare anche il giusto riconoscimento ai medici e al personale sanitario, così ho pensato alla verga di Esculapio, il bastone con due serpenti intrecciati che tradizionalmente è simbolo della medicina e della farmacia. Ho pensato di fare un mix di questi simboli per realizzare al mia opera».

Un’opera costituita interamente di materiali di recupero e riciclati, come stoviglie (un cucchiaio e un coltello d’argento), ritagli di lattine, tubi idraulici e cavi elettrici in rame.

Dopo la sua inaugurazione, l’opera sarà esposta presso la sede dei servizi sociali del Comune di Clusone e dell’Ambito, in via Somvico, e in futuro alla Casa della comunità di Clusone. «È un privilegio per noi che un artista capace e sensibile come DaDil abbia donato al nostro Comune un’opera frutto della sua passione e del suo estro creativo, ma soprattutto frutto di un’emozione che ha trasmesso anche a noi qui oggi – ha sottolineato Flavia Bigoni, presidente dell’Ambito e assessora ai Servizi sociali del Comune di Clusone -. È importante avere un’opera a perenne memoria di un periodo storico che c’è stato e ci ha travolto, ma come indicano anche le ali, rappresenta la speranza della ripartenza per noi e il nostro territorio».

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