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Edilizia pubblica, in Bergamasca valori record grazie al Pnrr

Una forte accelerazione dei lavori pubblici nel 2022 (dove si è raggiunto il valore record di 844 milioni di euro) e nel 1° semestre 2023 (con un importo dei lavori in gara che supera i 450 milioni), in entrambi i casi superando di oltre il 200% gli importi degli anni precedenti. Sono i risultati ottenuti in provincia di Bergamo grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (Pnc), a cui vanno ad aggiungersi altre importanti risorse pubbliche, quali quelle stanziate dalla Regione con il Piano Lombardia.

Gli investimenti riguardano la riqualificazione, la messa in sicurezza del territorio, la costruzione di asili nido e scuole; lo sviluppo del trasporto rapido di massa (la linea tramviaria T2 e il collegamento e-BRT); la realizzazione di piste ciclabili in ambito urbano; la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni; la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua. E anche investimenti sulla rete ferroviaria (il collegamento con l’aeroporto, il potenziamento della linea tra Ponte San Pietro e Montello, l’intervento sulla stazione di Bergamo) che andranno a rivoluzionare il nostro trasporto pubblico.

I dati emergono da uno studio che l’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Bergamo, con il contributo della Camera di Commercio di Bergamo, ha commissionato al Cresme. L’indagine è stata presentata dalla presidente di Ance Bergamo, Vanessa Pesenti, nel corso della conferenza stampa che anticipa l’assemblea pubblica «Advance» – venerdì 27 ottobre alle 17 nell’Aula Magna dell’ex Monastero di Sant’Agostino in Città Alta – per festeggiare il 75° anno di fondazione dell’associazione.

«Sono opere che, in occasione del nostro 70° proprio cinque anni fa – ha sottolineato Vanessa Pesenti – avevamo ribadito essere essenziali per lo sviluppo della Bergamasca. Siamo orgogliosi di vederle ora avviate. E rimaniamo in attesa di soluzioni rapide per gli interventi che ancora mancano, come il collegamento ferroviario veloce tra Bergamo e Milano, oltre a una soluzione per lo scalo merci».

Lo studio evidenzia anche come con l’avanzare della programmazione Pnrr si rileva una maggiore incidenza delle opere medie e grandi (passate dal 15% negli anni che vanno dal 2015 al 2021 al 27% nei primi sei mesi del 2023).

Un altro spunto interessante della ricerca è l’analisi dell’aggiudicazione di queste gare: gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione e dei prodotti energetici – non adeguatamente recepiti dai prezzari di riferimento – e l’aumento delle gare stesse hanno portato a una forte riduzione dei ribassi in fase di aggiudicazione che si attestano in media sul 13,5% nel 2022 per scendere ancora al 9,3% del 1° semestre 2023. Cala anche la riduzione del numero medio di partecipanti alle gare di lavori pubblici, sceso dai 32 partecipanti nel 2016 ai 5,5 partecipanti del 1° semestre 2023.

«Si tratta di numeri da non sottovalutare – ha puntualizzato la presidente di Ance Bergamo – soprattutto se consideriamo che sono valori medi e conseguentemente tante gare sono state aggiudicate con percentuali di ribasso prossime allo zero. Nella definizione delle quotazioni del prezzario è importante tenerne conto».

Lo studio Cresme ha approfondito anche il ruolo delle imprese bergamasche, che negli ultimi diciotto mesi si sono aggiudicate il 58,5% delle gare, pari al 42% degli importi, vincendo le gare più piccole (con un importo medio di 1,2 milioni). E, per quanto riguarda le procedure negoziate, con cui le stazioni appaltanti invitano direttamente le imprese, a seguito delle semplificazioni introdotte a partire dal 2020, si avverte una maggiore incidenza nell’affidamento dei lavori fino alla soglia europea dei 5,3 milioni di euro. Lo prova il sensibile aumento dell’importo medio dei lavori affidati con tale procedura: si passa da 244 mila euro, nel quinquennio 2015-2019, a 431 mila euro, nel biennio della pandemia (2020-2021), a oltre 650mila euro, con la messa in gara dei progetti Pnrr. Un punto fondamentale sul quale – secondo ANCE – è necessario tornare a riflettere, al fine di garantire le migliori condizioni di concorrenza, trasparenza e accesso al mercato.

«Risultati positivi confermati anche dall’andamento della nostra Cassa Edile Industria – ha dichiarato Vanessa Pesenti – che ha chiuso l’anno con un + 6,5% raggiungendo la soglia dei 100 milioni di euro per la massa salari (non accadeva dal 2013) e registrando un incremento di + 7,6% per i lavoratori (10.000) e + 6,2% per le imprese (1.150). È d’obbligo però segnalare che ci sono stati primi segnali di rallentamento nel periodo estivo, comuni al resto del Paese e in parte riconducibili all’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici e alla fisiologica riduzione dei bandi. Siamo soprattutto preoccupati di quello che potrà succedere dopo il Pnrr, anche a seguito del depotenziamento dei bonus per l’edilizia che, in questi anni, sono stati importante stimolo per il mercato delle costruzioni. Abbiamo bisogno, ora, che le Istituzioni, rompendo con le rigidità e gli errori del passato, creino le condizioni perché si possano percorrere strade nuove e più ambiziose».

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