Negli ultimi anni c’è stato un forte incremento dei costi relativi all’istruzione e alla scuola. In particolare, con l’aumento delle certificazioni rilasciate nei confronti di studenti che necessitano di assistenza educativa, queste maggiori spese sono ricadute sui singoli comuni. In Val Seriana il problema, divenuto insostenibile per molte amministrazioni comunali, è stato messo in evidenza e portato all’attenzione degli enti regionali e statali di competenza su iniziativa del Sindaco di Alzano Camillo Bertocchi, alla quale hanno risposto presente i suoi colleghi di ambito.
«Il problema dell’assistenza educativa sta assumendo dimensioni enormi soprattutto in questi ultimi anni – spiega il sindaco di Alzano Lombardo Camillo Bertocchi -. Il tema è importante e significativo perché riguarda il diritto allo studio che i ragazzi devono avere. Noi non abbiamo la necessità di contenere il comportamento dei ragazzi, ma abbiamo il dovere di educarli. Riteniamo infatti che la figura dell’insegnante di sostegno sia quella adeguata per stare in classe, non quella dell’assistente educatore come avviene oggi. Questo sistema produce peraltro effetti negativi dal punto di vista economico, perchè l’aumento degli assistenti educatori e soprattutto il rapporto di un insegnante per bambino con difficoltà sta facendo lievitare i costi in modo insostenibile. Ad Alzano, ad esempio, siamo passati in tre anni da 220 mila euro a 400 mila».
Da questi temi è partita la richiesta dei Comuni dell’ambito della media e bassa Val Seriana (anche a Clusone la spesa è raddoppiata), rivolta direttamente allo Stato, di intervenire sul potenziamento degli insegnanti di sostegno a discapito degli assistenti educatori, modificando inoltre il rapporto uno a uno con l’introduzione dell’assistente di plesso. In base alle previsioni, questa figura produrrebbe effetti positivi anche nella ricerca degli educatori stessi, spesso impegnati su più scuole con orari spezzettati e per questo spesso difficili da raggiungere.
«Il concetto di fondo – aggiunge Filippo Servalli, sindaco di Gandino – è che oggi gli interventi sui nostri ragazzi con difficoltà devono essere integrali, cioè il supporto che viene dato deve essere completo, sia dal punto di vista formativo, sia dal punto di vista educativo. Questo è l’approccio nuovo che deve essere fatto nella gestione dei servizi, sia in ambito sanitario e sociale, sia in ambito educativo e formativo. Il messaggio emerso dalla nostra iniziativa è quello di ricordarci che le persone hanno bisogno di servizi integrali e devono essere al centro dei servizi nelle nostre comunità, la cui dimensione è fondamentale in questo senso. C’è infine il tema economico, che per servizi legati alla dimensione sociale e formativa deve essere compito della Regione e dello Stato, non dei Comuni che non hanno delle leve economiche sufficienti per gestire questa problematica. L’appello è proprio volto ad usare le risorse prese dalla tassazione generale per servizi di questo tipo, non da quella che devono fare i Comuni, già in difficoltà per la gestione ordinaria dei propri servizi».