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Distretto della famiglia Valle Seriana: al via un progetto sperimentale

Nella mattinata di martedì 30 gennaio, in Consiglio Regionale è stata approvata la mozione n. 88 a prima firma di Michele Schiavi, per l’avvio di un progetto sperimentale presso il Distretto della Famiglia della Valle Seriana. Avviare una interlocuzione con la Comunità Montana Valle Seriana, al fine di sviluppare, insieme all’Assessorato regionale competente, un progetto sperimentale volto a studiare, analizzare, sviluppare e implementare nuove azioni rivolte alle famiglie del “Distretto della Famiglia Valle Seriana”, oltre a continuare a promuovere i Centri per la famiglia valorizzando le reti consolidate su tutto il territorio Lombardo: questo, in sintesi, quanto è stato richiesto con la mozione presentata dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Schiavi.

“La Regione, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, riconosce e favorisce l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, delle famiglie, delle formazioni e delle istituzioni sociali, delle associazioni e degli enti civili e religiosi, garantendo il loro apporto nella programmazione e nella realizzazione dei diversi interventi e servizi pubblici, con le modalità stabilite dalla legge regionale –ha ricordato il consigliere regionale Michele Schiavi-. Tra gli obiettivi di Regione Lombardia, infatti, vi è quello di “sostenere le iniziative delle reti sociali tendenti, in una prospettiva di solidarietà e di mutuo aiuto, a sviluppare le capacità delle famiglie ad assumere efficacemente la pienezza delle proprie funzioni educative e sociali”.

A tal proposito, da diversi anni, la Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con l’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, ha istituito la certificazione di “Comune Amico della Famiglia”, che tutti gli enti locali italiani possono richiedere e ottenere, rispettando determinati criteri: nel territorio della Comunità Montana Valle Seriana risultano esserci 11 Comuni certificati come Amici della Famiglia e 30 Comuni aderenti al Network Family in Italia e la Comunità Montana Valle Seriana, prima in Italia, ha iniziato un progetto per incentivare l’adesione di tutti i comuni del suo territorio a questa rete.

“In Valle Seriana esiste e si sta sviluppando di fatto un vero e proprio Distretto Amico della Famiglia e cioè una rete composta dalle forze sociali, economiche, culturali e ambientali che operano nelle comunità locali e scelgono di costruire insieme iniziative, servizi e politiche orientate al benessere delle famiglie – ha evidenziato il consigliere Schiavi – Pertanto è di importanza strategica studiare e sviluppare quanto sta avvenendo in Valle Seriana in questo momento, anche per replicarlo su altri territori lombardi, e implementare in forma sperimentale nuove azioni volte a contrastare il calo demografico e lo spopolamento territoriale”.

In Consiglio regionale è intervenuto anche il consigliere regionale Jacopo Scandella, del Partito democratico. Ha chiesto di fare tesoro dell’esperienza del Distretto della famiglia della Valle Seriana, che prende spunto dal lavoro cominciato a Trento con l’Agenzia per la Coesione, per riformare la legge regionale sulle politiche familiari risalente al 1999.

“In Italia – ha affermato Scandella – le politiche per le famiglie sono in estremo ritardo, anche per via di uno scontro ideologico costante che ha attraversato questo tema e che non ha concentrato l’attenzione sugli interventi concreti e necessari per sostenere le famiglie, in particolare con figli piccoli, nel momento del maggiore bisogno. In Valle Seriana si sta creando una rete con le forze sociali, economiche, culturali e ambientali per costruire insieme iniziative e servizi orientati al benessere delle famiglie perché un territorio amico delle famiglie è un territorio più ricco, che si rigenera e che combatte lo spopolamento con la presenza di persone giovani”.

“L’avvio dell’esperienza in Valle Seriana – ha concluso Scandella – e i risultati ottenuti a Trento devono diventare un modello da estendere a livello regionale. Per farlo, serve mettere mano alla legge regionale sulle politiche familiari che risale al 1999: sono cambiati i tempi, la composizione delle famiglie, le esigenze di conciliazione – pensiamo all’occupazione femminile, all’accesso alla casa, ai servizi educativi su tutto l’arco della giornata – e anche la legge deve fare un passo avanti”.

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