Un corteo composto, silenzioso, con sindaci e autorità in testa e moltissimi cittadini dietro: giovani, famiglie, anche con i bambini. Almeno tremila persone hanno sfilato vicino al lago d’Iseo per ricordare Sara Centelleghe, la diciottenne di Costa Volpino uccisa in casa nella notte tra venerdì e sabato. Una fiaccolata organizzata dal Comune di Costa Volpino «in segno di solidarietà e rispetto», dove le fiaccole – mille quelle preparate – non sono bastate per tutti. Perché davvero in tanti hanno voluto partecipare a questo abbraccio, in giorni di dolore, non solo per le comunità dell’Alto Sebino.
La fiaccolata è partita da Lovere, dopo il ritrovo in piazzale Marconi, davanti al municipio e a pochi passi dall’Istituto “Ivan Piana”, dove Sara frequentava l’ultimo anno di scuola superiore. Ad aprire il corteo tanti sindaci e amministratori del Sebino e della Val Cavallina, con le fasce tricolori, in testa i primi cittadini di Costa Volpino Federico Baiguini e di Lovere Claudia Taccolini. Ma c’erano anche l’europarlamentare Lara Magoni, la sindaca di Bergamo Elena Carnevali, la consigliera provinciale Giorgia Gandossi, la presidente della Comunità montana del Sebino bergamasco Adriana Bellini.
Dopo aver costeggiato il lago, la fiaccolata è arrivata a Costa Volpino, in via Nazionale, dove si è fermata al civico 124, la palazzina dove abitava Sara. Il sindaco di Costa Volpino si è avvicinato per deporre dei fiori all’ingresso, accanto ai tanti già portati in questi giorni. Sul nastro che accompagnava i fiori una frase semplice: “La tua comunità”. È seguito un breve momento di raccoglimento, poi il corteo si è spostato sul piazzale del municipio.
Davanti alla sede del Comune, il primo cittadino ha letto un messaggio, parole meditate e intense: «Siamo presenti in tantissimi per riflettere su quanto accaduto e sostenere che il mondo della violenza non ci appartiene e non ci apparterrà – ha detto Baiguini -. Dobbiamo dire no alla violenza in ogni sua forma e in ogni sua manifestazione. Siamo responsabili nei confronti di generazioni di ragazzi e ragazze. Siamo responsabili di quanto ancora c’è da fare per tutti loro. Non dobbiamo farci travolgere dal dolore e non dobbiamo cadere nella spirale dell’odio. Non è questa la strada da seguire. Dobbiamo seguire la via del dialogo tra le generazioni. E al centro della discussione deve essere posto il valore imprescindibile della vita, il bene più grande che tutti noi abbiamo. Il percorso che abbiamo compiuto, dall’istituto scolastico in cui Sara studiava, fino ad arrivare a Costa Volpino dove Sara viveva, vuole simboleggiare un abbraccio alla sua vita, agli amici, alla scuola e a tutti quanti l’hanno conosciuta».
Sono seguite le parole commosse di un’amica, attorniata dai compagni di classe, rivolte direttamente a Sara. «A nome di tutta la classe, siamo grati di averti avuto come fonte di ispirazione, attraverso i tuoi sogni e i tuoi obiettivi. Da quelli più piccoli a quelli più grandi: prendere la patente, raggiungere il diploma per il quale ti stavi impegnando molto, come mostrano le prime valutazioni, mettendo da parte il divertimento per pensare al tuo futuro al fine di entrare nella facoltà di psicologia e avere la possibilità di aiutare gli altri come solo tu sapevi fare. In questi giorni speravamo di vederti nello stesso banco in cui ti incontravamo, sempre con il tuo sorriso sul volto, sorriso grazie a cui, come avresti voluto tu, continueremo a vivere anche per te». Alla lettera è seguito un applauso.
La fiaccolata è finita così, ma in tanti hanno voluto restare, davanti al municipio, in via Nazionale ma, soprattutto, davanti alla casa di Sara, tra quei fiori per una giovane vita troppo presto spezzata. E nei pensieri sono risuonate le ultime parole del sindaco di Costa Volpino: «Ciao Sara, spero che questo nostro abbraccio ti possa arrivare».