Una fotografia della forza e della fragilità commerciale della Bergamasca che, in un ambito territoriale all’apparenza unitario, contiene tante realtà differenti. Confcommercio Bergamo presenta il primo lavoro di mappatura della tenuta del commercio, sulla base di tre indicatori: vivibilità (numero totale di esercizi ogni mille abitanti), vivacità (numero di pubblici esercizi ogni mille abitanti) e prossimità (numero di esercizi commerciali di prodotti alimentari ogni mille abitanti). L’indagine fa il punto su tutto il territorio, con suddivisione per aree geografiche e bacini di riferimento.
Tra le zone indagate troviamo la città e il suo hinterland, i centri sopra i 20.000 abitanti e i loro bacini di riferimento, le valli con le aree pedemontane, i fondovalle e le cime, zone turistiche e meno turistiche, le valli principali (Seriana e Brembana), le valli minori (Imagna, Brembilla, Taleggio, Scalve), il Basso e l’Alto Sebino, l’Isola verso Lecco e Milano, la Val Calepio e la Val Cavallina, la pianura centrale, quella orientale verso Cremona e Brescia e quella occidentale ancora verso Milano. In un contesto in cui gli ecosistemi commerciali sono molto più complessi rispetto a qualche decennio fa, tra una maggiore mobilità che ha accentuato gli spostamenti per lo shopping e il commercio elettronico che ormai raggiunge ogni località, anche remota, è importante monitorare la tenuta dei territori e di ogni singolo centro storico, rapportato a chi li vive e vi risiede. L’equilibrio di sostenibilità dei negozi è basato sul bacino di utenza, sulla raggiungibilità e sull’accessibilità del negozio stesso. E se il turismo aiuta i territori, in particolare quelli montani e lacustri, a mantenere la rete commerciale, la presenza massiccia di offerta esterna ai centri storici erode il tessuto storico commerciale.
La città di Bergamo e il comune di Treviglio mantengono una concentrazione di negozi molto più alta e continuano a rappresentare un richiamo commerciale per lavoratori, studenti e consumatori residenti anche in altre aree. Nel territori si evidenziano, grazie al turismo, la forza di Clusone e del suo circondario e il Basso Sebino, da Castelli Calepio fino a Sarnico. In montagna non mancano le criticità, nel territorio del distretto commerciale “Asta del Serio” ( Villa d’Ogna, Ardesio e Valbondione) e in pianura, il distretto di “Lexena” (Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo) e l’area afferente al distretto “Borghi e tradizioni della Bassa” ( Cividate al Piano, Palosco, Martinengo, Mornico al Serio) e il distretto del commercio “Castelli e fontanili della bassa” (Bariano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Spirano e Urgnano). Tengono come tessuto commerciale, pur con bacini modesti e quindi con grande resilienza la Valle di Scalve e il distretto “Fontium e Mercatorum” che comprende la Val Brembana e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina), grazie al turismo e alla distanza dagli altri territori.
In montagna sono forti le aree con maggiore distanza dalle grandi aree commerciali e grande distribuzione organizzata: la porta della Val Brembana (con Zogno Sedrina e la Val Brembilla), con un indice superiore a quello della città, con 3,8 alimentari ogni 1.000 abitanti (45 insegne per 11.872 residenti); bene il distretto “Fontium et mercatorum” che comprende la Val Brembana e l’Altopiano di Selvino e la Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina), con un indice a 3,7 (77 negozi per 20.828 residenti). Tiene anche la Valle di Scalve, dove i consumatori conservano ancora l’abitudine dell’acquisto nei negozi tradizionali e un po’ di turismo supporta ancora la tenuta dei negozi alimentari: l’indice è a 5, con ben 20 attività per 3.999 abitanti. Deboli per la spesa di tutti i giorni è l’ “Asta del Serio” ( Villa d’Ogna, Ardesio e Valbondione), con 1,4 negozi ogni 1.000 abitanti. A rischio di desertificazione di market e punti vendita alimentari è tutta l’Isola bergamasca, sia nel distretto che comprende Sotto il Monte e Calusco, sia nella vasta area “Ville e torri dell’isola” (che comprende Ponte San Pietro, Brembate Sopra fino a Terno d’Isola) e nel distretto dei “Colli del Brembo” (da Curno ad Almé) e il mega distretto di Dalmine dove la presenza di gdo è massiccia. Proprio in questa grande area intorno alla città c’è il rischio di una forte desertificazione commerciale nei centri storici dei singoli comuni. Nel dettaglio, Dalmine ha 1,4 alimentari ogni 1.000 abitanti,
Il numero di pubblici esercizi, bar e ristoranti, segnala invece la vivacità e la socialità dei territori. La città, anche per il richiamo di lavoratori e turisti, mantiene il primato dei centri principali con 10,9 esercizi ogni mille abitanti. Seguono Treviglio con 7,1 e Romano di Lombardia con 6,5. Ma a sorprendere, surclassando ogni altra area, è la Valle di Scalve: con ben 49 insegne per 3.999 abitanti, presenta un indice di 12,3. E raggiunge quasi la città, con un indice a 10 (209 locali per 20.828 residenti) l’area del Distretto “Fontium et mercatorum”, da San Pellegrino all’alta Val Brembana, all’Altopiano di Selvino e Val Serina (con San Pellegrino Terme capofila, Algua, Aviatico, Bracca, Branzi, Camerata Cornello, Cornalba, Costa Serina, Dossena, Isola di Fronda, Lenna, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Roncobello, San Giovanni Bianco, Selvino e Serina). Nelle località turistiche e di villeggiatura i locali non mancano: il distretto “Lake &Hills Alto Sebino” (Lovere, Sovere, Castro, Solto Collina e Pianico) ha 8,9 locali ogni 1.000 abitanti (131 per 14.752 residenti); in montagna l’alta Val Seriana con Clusone ha 7,1 insegne ogni 1.000 residenti. Molto deboli sono invece le aree pedemontane della Val San Martino (Cisano Bergamasco e dintorni), la zona di pianura del distretto di “Lexena” (Bonate Sopra, Bonate Sotto e Presezzo), l’area afferente al distretto “Borghi e tradizioni della bassa” (Cividate al Piano, Palosco, Martinengo, Mornico al Serio) e “Castelli e fontanili della bassa” (Bariano, Castel Rozzone, Cologno al Serio, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Spirano e Urgnano). In questi territori è molto marcata la difficoltà del bar tradizionale e del suo ruolo di aggregazione e socialità.