Resta incerto il futuro della chiesa parrocchiale di Gorno. Nemmeno le indagini approfondite effettuate negli ultimi mesi hanno chiarito con certezza le cause dei movimenti che stanno pregiudicando la sicurezza dell’edificio. La chiesa, infatti, è chiusa da inizio anno per problemi di instabilità. Niente più messe e niente più celebrazioni, spostate in altre chiese del paese. E per eventuali interventi si prospettano tempi lunghi.
«Subito dopo la chiusura, sono stati avviati sondaggi e ricerche, coinvolgendo tecnici specializzati», spiega il parroco padre Angelo Epis. I primi interventi si sono concentrati sul sistema di smaltimento delle acque piovane e di quelle sotterranee attorno alla chiesa, situata in un’area da sempre instabile. Anche le due chiese precedenti, infatti, vennero demolite per problemi legati al terreno.
Gli ultimi sondaggi, spinti fino a 4 metri di profondità, hanno individuato i canali di smaltimento realizzati negli anni Trenta, quando la chiesa attuale venne costruita. «Sono ancora integri e quasi asciutti – prosegue il parroco -, il che significa che l’acqua non defluisce da quei canali, ma proviene da altre fonti. È questo il probabile motivo dei cedimenti».
Sono state consultate anche le cronache dell’epoca. «È emerso che sotto la chiesa vi era una sorgente, già menzionata nel 1930. Attualmente, questa sorgente non è stata rinvenuta né vi sono segnali della sua presenza. Probabilmente l’acqua, trasportando terriccio, potrebbe essersi spostata più in profondità, abbassando la sorgente e alterando ulteriormente l’assetto del terreno».
Il 26 novembre si è tenuto un incontro con geologi, architetti, ingegneri strutturisti e rappresentanti del Comune. «Da questo confronto – sottolinea padre Angelo Epis – è emersa la necessità di effettuare sondaggi ulteriori e più profondi, con carotaggi fino a circa 30 metri. Lo studio, che comporterà una spesa considerevole, sarà necessario per analizzare lo stato del terreno sia all’interno sia attorno alla chiesa, poiché sembra che il movimento franoso continui. E i movimenti sono visibili anche dall’esterno: il selciato e il piazzale davanti alla chiesa mostrano diversi segnali di cedimento. Inoltre, i sensori indicano tuttora spostamenti, sebbene con modalità differenti rispetto al passato».
Al momento, non è possibile effettuare alcun intervento. «Procedere ora con dei lavori, seppur minimi, di messa in sicurezza, non avrebbe senso. Senza conoscere la causa di quanto sta accadendo, tutto potrebbe essere vanificato. È fondamentale prima accertare cosa sta succedendo in quest’area», osserva il parroco.
Inevitabilmente, i tempi si allungano. Così come lievita il preventivo dei costi. «Le spese stimate per i futuri interventi superano sicuramente i 2-3 milioni di euro. Non basterà mettere in sicurezza il territorio; bisognerà anche ristrutturare la chiesa: il tetto, che si è già mosso, le pareti, i pavimenti che in alcune zone si sono abbassati e in altre sollevati, e tutto ciò che è necessario all’interno. Ci vorranno anni per completare i lavori».
Nel frattempo, le celebrazioni continuano per la maggior parte ad essere ospitate nella chiesa della Madonna delle Grazie, che però si rivela insufficiente quando il numero dei fedeli è alto. La comunità sta poi provvedendo a togliere dalla parrocchiale i beni sacri e artistici più preziosi.