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Albino: il consigliere Bertacchi risponde alle critiche di minoranza e Pd

Ancora la riduzione della fascia di rispetto attorno all’Oasi Valpredina fa discutere. Questa volta non è tanto la scelta dell’amministrazione CLICCA QUI che torna all’ordine del giorno, quanto l’attacco messo in atto dal Partito Democratico contro il consigliere Lorenzo Bertacchi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio, definito negazionista del cambiamento climatico da parte delle minoranze nella loro presa di posizione post-consiglio.

“Ribadisco quanto ho detto -esordisce Bertacchi-: non ci sono evidenze scientifiche che l’aumento di temperature (+1,1 grado a livello globale dall’inizio dell’era industriale) sia dovuto alle attività umane. Ed anzi è incontestato che solo negli ultimi 2.000 anni si siano alternati periodi di clima più caldo e periodi di clima più freddo (addirittura si parla di miniglaciazioni). Di certo non mi ritengo un “negazionista”, ma semplicemente una persona dotata di senso critico. Astronomi, fisici e climatologi spiegano questi fenomeni, riconducendoli in gran parte all’attività solare. E le tracce del tempo lo dimostrano: il ritiro dei ghiacciai ha scoperto foreste di larici nascoste sotto i ghiacci che, alla prova del carbonio-14, sono state datate tra il 1400 e il 1600: pacifico che in quei secoli la linea vegetazionale fosse molto più alta dell’attuale e il clima era ben più caldo. L’attività solare ha un ruolo fondamentale sul clima terrestre, di certo più della Panda 4×4 Sisley. Il risultato del bombardamento mediatico (abbiamo scoperto che il “green deal” europeo è frutto di falsa informazione finanziata dall’Europa!) è solo che su 8 miliardi e mezzo di abitanti del pianeta ci siamo convinti (le minoranze albinesi più del sottoscritto), che salveremo il mondo mettendo in ginocchio 400 milioni di europei (uccidendo l’industria dell’Unione Europea e mettendo fuori legge la Panda del nonno). In realtà stiamo solo arricchendo chi ha in pugno le terre rare necessarie per produrre le batterie, facendo scempio della natura con cave mostruose e pianure coperte di pale eoliche e pannelli”.

A rincarare la dose è stato il Partito Democratico provinciale, con una presa di posizione del giovane segretario Gabriele Giudici e da quello di Albino Marco Campana. Il segretario provinciale del PD bergamasco ha espresso rammarico per il negazionismo climatico manifestato e sottolinea come sia dannoso per la comunità, denunciando inoltre l’aumento del consumo di suolo nella bergamasca e la necessità di tutelare il territorio, considerandolo una questione di responsabilità collettiva, non di ideologia. Anche Marco Campana ha criticato la maggioranza, accusandola di incoerenza nel trattare i cambiamenti climatici in modo strumentale.

“Le minoranze albinesi prosegue Bertacchi parlando proprio della riduzione della fascia- parlano di habitat di interesse comunitario ignorandolo in concreto: i boschi e gli habitat del Monte Misma sono gli stessi che troviamo dalla Maresana fino a San Pellegrino, fino all’Alben, al Pizzo Formico, ai Colli di San Fermo. Ambienti naturali, che resteranno tali in quanto già tutelati da stringenti vincoli paesaggistici e ambientali. Dipingono la Valpredina e i dintorni come il Parco di Yellostone, ma è evidente che non sono mai andati né in Valpredina né nello Wyoming Addirittura, come ho detto nei miei interventi, l’habitat di interesse comunitario delle praterie che occupavano la parte sommitale del Misma è destinato a scomparire divorato dai boschi, se si pensa di lasciar fare alla natura: basta osservare le foto storiche aeree. Peraltro la parte insistente sul territorio di Albino è già all’interno della Zona Speciale di Conservazione. E la Valutazione di Incidenza della Provincia ha escluso che la Variante possa avere incidenza negativa sul Sito”.

“Con la riduzione della fascia di rispetto (più grande di 10 volte rispetto al SIC-ZSC Valpredina!) cambia invece la fruibilità per la comunità albinese -conclude Bertacchi-: dalla coltura dei boschi al mantenimento dei prati, delle radure e delle pozze, con beneficio per la biodiversità attraverso il mantenimento di nicchie di habitat diversificati, alla manutenzione dei manufatti esistenti, alla manutenzione e pulizia dei sentieri sino alla possibilità di fare una passeggiata con il cane senza il rischio di essere multati. E senza nessun consumo di suolo. Votando contro la Variante le minoranze hanno perso la grande occasione di dimostrare, loro sì, di votare non in base all’ideologia, ma secondo le esigenze manifestate dalla cittadinanza e secondo elementi obiettivi. Invece si sono “incatenati ai cancelli” della fascia di salvaguardia, forse in un impeto di “green washing” dettato dall’intima esigenza di compensare gli habitat distrutti per costruire la loro auto a batteria alimentata a “energia pulita” con la possibilità di chiamare il bosco altrui “fascia di salvaguardia”, perché a chiamarlo semplicemente “bosco” si surriscalda il pianeta”.

 

 

 

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