L’integrazione inizia fin da bambini, e il Polo dell’Infanzia Clara Maffei di Clusone ha avviato un progetto dedicato alla scoperta delle diversità culturali, linguistiche e identitarie. Il percorso, dal titolo “Oltre la parola: una scuola di sconfinate parole”, ha coinvolto bambini, educatori e mediatori linguistici in un’esperienza di conoscenza e valorizzazione delle diverse culture. E, in occasione della Giornata internazionale della lingua madre, è andata in scena anche una festa.
Come racconta Mario Parini, presidente della Fondazione Clara Maffei, l’iniziativa è nata grazie a un’opportunità di finanziamento: «È stato possibile realizzare il progetto grazie alla proposta di una nostra consigliera, che ha trovato sul sito della Fondazione Comunità Bergamasca un bando che finanziava questo tipo di progetti. Lo abbiamo presentato e siamo risultati vincitori. La fondazione ci ha ben supportato con il finanziamento, ma tutto ciò è stato possibile anche grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale di Clusone, che ci ha sostenuto e a chi ha steso il progetto, quindi alla direttrice della nostra scuola e ad un professionista esterno. È un progetto molto importante perché nella nostra scuola circa il 20% dei bambini non sono di nazionalità italiana, o provengono da famiglie miste. Ovviamente, tra di loro queste differenze non esistono: i bambini non guardano al colore della pelle, alla lingua o alla provenienza, sono semplicemente bambini.».
Il progetto ha ricevuto il supporto dell’Ambito 9 Valle Seriana Superiore e Val di Scalve e del Comune di Clusone, come spiega Flavia Bigoni, presidente dell’Ambito: «Il progetto “Oltre la parola: una scuola di sconfinate parole” ci è piaciuto molto perché si integra perfettamente con le attività che l’Ambito propone ogni anno alle scuole grazie alla convenzione con la Cooperativa Ruah per la mediazione culturale e linguistica. L’integrazione parte sin dall’infanzia, ed è per questo che l’Amministrazione comunale e l’Ambito sociale Valle Seriana Superiore e Val di Scalve hanno ritenuto molto importante sostenere questo progetto».
L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla scuola dell’infanzia di Clusone per rispondere a un’esigenza sempre più sentita, come racconta Milena Pezzoli, coordinatrice del Polo Infanzia Clara Maffei: «Sempre più bambini che frequentano la nostra scuola hanno origini diverse da quelle italiane, i numeri stanno aumentando, e con l’equipe educativa ci siamo accorti della bellissima opportunità che si stava presentando per tutti. Abbiamo quindi deciso di integrare nella nostra progettazione educativa un lavoro sull’intercultura, per aiutare le famiglie e i bambini a vedere le diversità culturali, linguistiche e religiose come delle risorse. All’interno della nostra programmazione, che quest’anno vede i bambini trasformarsi nel tempo, da alberi ad alveari fino a diventare impronte, nella fase dedicata agli alberi ci siamo chiesti quali siano le nostre origini e quale sia la nostra identità e con il supporto dei mediatori culturali abbiamo scoperto, insieme ai bambini, chi siamo e da dove veniamo, lavorando sulla consapevolezza e sulla valorizzazione delle diverse culture presenti nella nostra scuola».
Il progetto è stato sviluppato attraverso attività in classe con l’aiuto di mediatori culturali e linguistici, come racconta Vanesa Gutierrez, della Cooperativa Ruah: «Fin dall’inizio è stato un progetto molto bello. Abbiamo lavorato direttamente in classe con le 6 sezioni, coinvolgendo due mediatrici: Morena, che ha fatto interventi in lingua albanese, e Bushra, che ha lavorato con l’arabo. Ogni mediatrice ha raccontato una storia nella sua lingua madre, poi i bambini hanno realizzato un piccolo lavoretto legato a ciò che avevano ascoltato. Abbiamo concluso il percorso con una festicciola in occasione della Giornata della Lingua Madre, il 21 febbraio».