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Caccia alla materia oscura: a Clusone i ricercatori del Gran Sasso

Foto Pixabay

Da Clusone al Cern di Ginevra e poi ai Laboratori del Gran Sasso: il viaggio scientifico di Davide Fiorina fa tappa mercoledì 17 dicembre nella sua città d’origine. Alle 20.30, all’auditorium della scuola primaria di Clusone (in via Roma), il giovane ricercatore presenterà “Caccia all’invisibile: la materia oscura al Gran Sasso”, un incontro pubblico per scoprire come, sotto 1.400 metri di roccia abruzzese, scienziati italiani e internazionali stiano dando la caccia a uno dei misteri più affascinanti dell’universo. L’appuntamento inaugura il meeting annuale della collaborazione Cygno, che per alcuni giorni porta a Clusone ricercatori da Italia, Portogallo, Brasile e Inghilterra.

Perché la materia oscura

C’è qualcosa nell’universo che non vediamo, ma che tiene insieme galassie e ammassi come una colla invisibile. Si chiama materia oscura. Non emette luce, non riflette, non assorbe: eppure si fa sentire attraverso la sua gravità. Capire di cosa è fatta significa rispondere a una domanda antica quanto lo sguardo al cielo: di cosa è fatto il cosmo? Per andare a caccia di segnali così deboli serve silenzio, stabilità e protezione dal frastuono dei raggi cosmici. Per questo la ricerca scende sotto la montagna, nei laboratori sotterranei.

I laboratori del Gran Sasso

Nel cuore dell’Abruzzo, i Laboratori nazionali del Gran Sasso (Lngs) sono tra i più grandi laboratori sotterranei del mondo. Tre grandi sale sperimentali scavate nella roccia e collegate dal traforo autostradale ospitano esperimenti internazionali su temi che vanno dalla materia oscura alla fisica dei neutrini, fino alla geofisica e all’astrofisica nucleare. Sotto 1.400 metri di roccia, i Lngs offrono uno scudo naturale che attenua il rumore dei raggi cosmici: un ambiente unico per osservare eventi rarissimi. È qui che l’Italia, attraverso l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e una rete di università e centri di ricerca, gioca un ruolo di eccellenza internazionale, contribuendo con idee, tecnologie e giovani talenti.

L’esperimento Cygno

Cygno è un esperimento con un concetto innovativo: un rivelatore a gas ad alta risoluzione che combina elettronica di precisione e “occhi” ottici per fotografare le tracce lasciate da particelle estremamente elusive. L’obiettivo è distinguere i segnali della materia oscura dal fondo con la stessa cura con cui un naturalista riconosce un’impronta rara nella neve. Il progetto è nato e cresciuto negli ultimi anni grazie alla spinta di una comunità internazionale con un forte baricentro italiano, con grandi contributi da istituti portoghesi, brasiliani e inglesi. Lo sforzo è stato avviato in modo determinante da Davide Pinci ed Elisabetta Baracchini, spokespersons della collaborazione Cygno. Oggi il lavoro mette insieme competenze diverse: fisici, studenti, ingegneri e tecnici. Un cantiere di idee e di mani, dove si progettano rivelatori, si costruiscono componenti, si scrive software, si analizzano dati.

Dall’Italia al mondo

Dai Lngs al tessuto delle università e degli istituti di ricerca, l’Italia è riconosciuta a livello internazionale per la capacità di unire visione scientifica e ingegnosità tecnologica. La sfida della materia oscura non è solo conoscenza: è anche innovazione. I rivelatori che nascono per il cosmo producono ricadute concrete: sensori più sensibili, algoritmi più robusti, tecnologie per l’imaging e per la sicurezza, formazione di figure altamente qualificate.

Il legame con Clusone

Clusone è la casa di Davide Fiorina, che dopo gli studi a Pavia e anni al Cern di Ginevra (insieme, tra l’altro, a un altro ricercatore clusonese), oggi vive all’Aquila e lavora sull’esperimento Cygno. Portare il convegno a Clusone significa riannodare i fili tra le Alpi Orobie e il Gran Sasso: due montagne diverse, unite dalla stessa anima.

«Ospitare il meeting della collaborazione Cygno è per Clusone motivo di orgoglio e un’opportunità unica per avvicinare i cittadini alla grande scienza. Questo evento dimostra che anche una comunità di montagna può essere protagonista di dialoghi internazionali e di progetti che guardano al futuro. La ricerca non è lontana: è parte della nostra cultura e della nostra capacità di innovare», dichiara il sindaco di Clusone Massimo Morstabilini.

L’incontro di mercoledì inaugura il meeting annuale della collaborazione Cygno: per qualche giorno la città diventa un crocevia in cui scienza, territorio e cittadinanza si parlano.

Nel video, l’intervista di Antenna2 a Davide Fiorina:

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