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Ardesio, la Scasada del Zenerù rende omaggio alla croce del Monte Secco

Un'immagine della Scasada 2024 (Foto Mattia Legrenzi)

Sarà un omaggio al 60esimo anniversario della posa della Croce in vetta al Monte Secco l’edizione di quest’anno della Scasada del Zenerù, il rito di cacciata dell’inverno proposto ogni 31 gennaio ad Ardesio dalla Pro Loco. Questo antico rituale, legato alla tradizione agropastorale, si fonda su due elementi principali: il fuoco e i campanacci. La sua forza risiede nella grande partecipazione collettiva, capace di coinvolgere trasversalmente generazioni e di mantenerlo vivo e rinnovato nel tempo.

«La Scasada del Zenerù fa parte della nostra tradizione, non è semplicemente un evento, ma un rito ancestrale di cui esistono diversi esempi nell’arco alpino. Un patrimonio da salvare e da continuare a valorizzare il nostro compito è cercare di mantenerlo vivo coinvolgendo anche le giovani generazioni», sottolinea il presidente della Pro Loco di Ardesio, Luca Bergamini.

Come da tradizione l’appuntamento è per venerdì 31 gennaio, l’ultimo giorno della merla, uno dei più freddi dell’anno e un tempo considerato momento di passaggio tra inverno e primavera. Sono attese migliaia di persone che raggiungeranno Ardesio per unirsi agli ardesiani e alla popolazione dell’alta valle per scacciare Zenerù (o Gennaione), personificazione del freddo inverno, della brutta stagione, facendo un gran baccano con campanacci (o cioche) legati in vita, ma anche latte di metallo, corni, raganelle di ogni dimensione. Il chiassoso corteo accompagnerà come sempre il carro del fantoccio del Zenerù che, ogni anno con sembianze diverse, proverà a fuggire dal suo inevitabile destino: il rogo. E quest’anno lo farà con un escamotage celebrativo, deciso come sempre da Flaminio Beretta, l’eremita ardesiano autore anche della tradizionale poesia. Per omaggiare il 60esimo della posa della croce del Monte Secco, Zenerù cercherà di ricostruirla in legno. Ma non servirà a salvarlo dal suo destino già scritto.

Il programma

Il 31 gennaio, alle 10 circa del mattino, vi sarà la presentazione in sala consiliare del gruppo ospite che proviene da Alfedena, in provincia di L’Aquila. Il gruppo presenterà l’antico rito agro pastorale legato al culto di Pomona che ha alcuni elementi di contatto con quello ardesiano: dall’uso dei campanacci alla presenza di una entità invisibile che nel bene e nel male intercede nel passaggio di stagione (la dea Pomona in Abruzzo e il Zenerù ad Ardesio, quest’ultimo personificato in un fantoccio dagli anni Sessanta). A seguire si saluterà l’arrivo del carro che sfilerà con i bimbi delle scuole fino in Ponte Rino dove resterà tutto il giorno. Alle 20 ritrovo in Ponte Rino, corteo e falò del Zenerù de Ardès.

Domenica 2 febbraio torna invece per i bambini il Zenerù Baby: ritrovo alle 15 in piazzale Ponte Rino con cioche, tole, padelle per scacciare la brutta stagione, a seguire corteo e alle 17 (circa) falò del Zenerù Baby al parcheggio ex tennis (via Locatelli) e per finire merenda per tutti.

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