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Dona un rene al marito e salva sé stessa: coppia di Castione operata a Padova con una tecnica innovativa

Foto pagina Facebook Azienda ospedale Università di Padova

Una storia che unisce amore, determinazione e medicina d’eccellenza. Protagonisti Silvia e Antonio, una coppia di Castione della Presolana. Insieme hanno affrontato un doppio intervento chirurgico a Padova: lui ha ricevuto un rene dalla moglie, lei ha scoperto – grazie agli esami per la donazione – di avere un piccolo tumore.

Antonio Tomasoni, 54 anni, soffre di insufficienza renale da quando era ragazzo. A 19 anni il primo trapianto, avvenuto proprio a Padova, il 13 giugno del 1990.

I reni trapiantati, purtroppo, non durano per sempre. Così, alcuni mesi fa, l’organo ricevuto da Antonio ha smesso di funzionare. Per lui si è riaperta la prospettiva della dialisi. Ma la moglie Silvia Poletti, 53 anni, parrucchiera, si è proposta come donatrice. Dopo i primi esami, la scoperta: un tumore e due calcoli proprio nel rene che avrebbe voluto donare. L’intervento sembrava a rischio, ma i medici dell’Azienda ospedale Università di Padova hanno scelto di non fermarsi.

Grazie a una tecnica innovativa, mai descritta prima in letteratura scientifica, l’équipe medica ha rimosso la massa tumorale mantenendo il rene all’interno della paziente. L’organo è stato poi prelevato, ripulito e trapiantato con successo. L’operazione è stata eseguita il 18 aprile. Dopo soli due giorni di ricovero, entrambi sono tornati a casa in buone condizioni.

Si è trattato del primo trapianto al mondo «di rene da vivente con nefrectomia parziale robotica che permette di conservare una maggiore quantità di tessuto renale – si legge sulla pagina Facebook dell’ospedale veneto -. Un traguardo che l’Azienda ha raggiunto grazie all’attività multidisciplinare dei professionisti della Uoc Chirurgia dei Trapianti di rene e pancreas, diretta dalla professoressasa Lucrezia Furian, e della Uoc Urologia, diretta dal professor Fabrizio Dal Moro, in sinergia con la Uoc Anatomia Patologica e la Uosd Endourologia. L’intervento è stato condotto dalle équipe di Chirurgia dei Trapianti di rene e pancreas, diretta dalla professoressa Lucrezia Furian, e di Urologia, guidata dal professor Fabrizio Dal Moro». L’Azienda aggiunge che «la nefrectomia parziale robotica riduce le complicanze, per altro tutte lievi, al tre per cento, richiede un tempo operatorio di 140 minuti, bastano due giorni di degenza».

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