Purtroppo, si fa fatica a capire cosa stia succedendo in Lombardia in vista della campagna di vaccinazioni antinfluenzali così fondamentale per riconoscere e combattere il Covid-19. Da una parte ci sono le rassicurazioni della Regione, dall’altra l’allarme ormai quasi quotidianamente lanciato da alcune forze politiche, sindacati, associazioni.
Anche il sindacato pensionati della Cisl Lombardia si unisce al coro di chi è preoccupato. «L’inverno è ormai alle porte, ma la Lombardia non è ancora pronta per la campagna vaccinale contro l’influenza stagionale. Basta contattare il proprio medico generico di famiglia e fare un giro per le farmacie che sono costretti a dire no ai cittadini perché non ci sono vaccini influenzali», si legge in una nota diffusa dalla Fnp.
«Abbiamo più volte ricordato, ammonito, sollecitato Regione Lombardia di attrezzarsi per tempo per campagna di vaccinazioni antinfluenzali – aggiunge Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia –, ma ancora una volta questa regione si è fatta trovare impreparata. Stiamo ricevendo tante telefonate e messaggi dai nostri pensionati per sapere cosa devono fare e non sappiamo purtroppo cosa rispondere. È sconfortante ciò che sta accadendo alla sanità lombarda, e qualcuno dovrà renderne conto e assumersi le proprie responsabilità!».
«I fatti emersi negli ultimi giorni – prosegue la nota – rivelano una carenza di dosi ordinate dalla Regione rispetto alla quantità realmente necessaria, in modo particolare per le categorie più a rischio nelle quali rientrano più che mai anche gli anziani over 65, e soprattutto nel periodo di pandemia Coronavirus»
«Superficialità e scarsa professionalità – continua il segretario generale pensionati Cisl –: mi riferisco anche alla questione delle gare sbagliate dalla Regione Lombardia che hanno portato ad assicurarsi centinaia di migliaia di dosi di vaccino in meno, molto inferiori rispetto ai 3.874.744 necessari per coprire tutte le richieste, stando ai numeri dichiarati dalla stessa Regione».
Didoneè aggiunge: «È compito istituzionale di Regione Lombardia mettere a disposizione i vaccini per le categorie a rischio, ma ancora una volta i cittadini lombardi pagano un difetto di programmazione. Si sapeva da tempo che la prossima sarebbe stata una campagna di vaccinazioni particolarmente delicata, imponente e considerevole. Perché la Regione Lombardia non ha provveduto a ordinare un quantitativo adeguato di vaccinazioni per tempo, né più e né meno come hanno fatto altre regioni? Non vaccinare un numero così alto di cittadini, oltre a rappresentare una discriminazione intollerabile nei confronti degli anziani over 65 e di altri soggetti, rischia di mettere seriamente in pericolo migliaia di cittadini».
«Il silenzio dell’assessore Giulio Gallera, di solito molto loquace e sempre così pronto a rispondere su tanti temi, fa ancora più effetto – conclude Didonè -. Intanto, secondo l’ultimo rapporto curato da Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità, ndr) la sanità della regione più importante d’Italia è scesa al nono posto dietro a Marche, Umbria e Liguria. Che tristezza!»

















