Se la carenza dei medici è un problema per tutta la Lombardia, lo è in maniera assai amplificata nelle zone di montagna, dove diventa molto più difficile reclutare il personale sanitario e quindi anche i medici di base che non sono abbastanza per soddisfare il fabbisogno di decine di comuni e migliaia di persone.
“Chiediamo a Regione e ATS di intervenire con incentivi ad hoc e premialità nei punteggi per chi decide di venire ad esercitare nelle zone più disagiate, dove vivono molti anziani e dove la figura del medico di base è ancora più indispensabile” dice il consigliere regionale del Pd Jacopo Scandella che raccoglie il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dai sindaci dell’Alta Val Seriana e ricorda le proposte presentate, proprio su questo tema, durante l’assestamento al bilancio di Regione Lombardia.
“Abbiamo impegnato la giunta lombarda – fa sapere il consigliere dem – ad assicurare, con ogni mezzo disponibile, la presenza nei presidi montani di un adeguato personale sanitario, così da garantire, attraverso vincoli e incentivi economici e di carriera, una stabilità almeno decennale nella quantità e nella qualità dei servizi offerti nelle aree più periferiche della regione, promuovendo anche nuove forme di medicina territoriale, come il Country Hospital, la telemedicina, gli infermieri di comunità ecc., soprattutto per quei luoghi più distanti dai grandi centri abitati e con una popolazione di età media più alta”.
“Impegno che vale, naturalmente, anche per il reclutamento dei medici di base, del personale delle RSA e di tutta la rete dei servizi territoriali – conclude Scandella – Bisogna dare finalmente stabilità ai servizi in montagna e garanzie alle famiglie che decidono di viverci”.