E’ ormai pronto ad aprire i battenti, il Centro Parco di Bricconi, a Oltressenda Alta. Sarà la prima struttura di questo tipo all’interno del Parco delle Orobie bergamasche. In Val Seriana, altri centri sorgeranno al Rifugio Curò (il Parco sta stipulando una convenzione con il Cai) e alla Baita Bassa di Nevel (di proprietà della Provincia di Bergamo) a Valcanale di Ardesio. Ma sono previste aperture anche in Val di Scalve e Val Brembana. “Con i Centri Parco diamo finalmente una fisionomia completa da ente di promozione e tutela della natura al Parco delle Orobie bergamasche. Abbiamo fatto una selezione di luoghi e edifici per consentire di indicare alcuni di questi come veri Centri Parco, in cui ci saranno allestimenti appositi, e altri come punti informativi con un allestimento completamente diverso”, spiega Yvan Caccia, presidente del Parco delle Orobie bergamasche. Il Centro parco di Bricconi è stato completato grazie al corso per maestranze, realizzato dalla Scuola Edile di Bergamo nell’ambito della fase 2 del progetto A.R.C.OROBIE (Alpeggi: Risorsa Culturale delle Orobie bergamasche). A Oltressenda Alta è stato allestito il cantiere didattico per ristrutturare e riqualificare un vecchio fienile. Il cantiere didattico ha permesso agli iscritti di fare un’esperienza diretta nel restauro di edifici rurali di montagna. “Siamo molto soddisfatti della riuscita del corso, azione pilota del progetto A.R.C.Orobie, caldeggiata in particolare dalla Fondazione Cariplo e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Lombardia – commenta il presidente del Parco – . Sin dalla strutturazione del progetto A.R.C.Orobie è emersa la necessità di proporre azioni, tra le quali il corso, in sinergia tra loro, che potessero proporre un modello di intervento su beni rurali spesso sottoposti a vincolo monumentale e inseriti in un’area di elevato pregio paesaggistico quale quella del Parco. Lavorare sugli alpeggi vuol dire porre attenzione su più aspetti, affinché si possa innescare un percorso virtuoso a 360°: è interesse del Parco proporre modelli che supportino l’attività agricola in montagna sia per motivi di ordine socio-economico, sia quale elemento essenziale della conservazione del paesaggio montano e della sua biodiversità”. Il corso per maestranze, della durata di 40 ore, ha portato alla formazione di esperti della conservazione del patrimonio rurale di montagna. Sono stati approfonditi temi specifici: l’utilizzo dei materiali tipici nelle costruzioni di montagna, come legno e pietra, e di tecniche costruttive tradizionali, il problema della logistica di cantiere nel rispetto dell’ambiente naturale, l’utilizzo di supporti di impianti tecnologici eco-compatibili, nonché la necessità di operare in una logica di sostenibilità degli interventi in ambiti sottoposti a vincoli ambientali e paesaggistici. Nella sua seconda fase, il progetto A.R.C.Orobie ha mobilitato una risorsa economica complessiva di circa un milione di euro, in massima parte destinati ad interventi strutturali di restauro e manutenzione. “Per la prima volta agli edifici rurali di montagna viene concretamente riconosciuta dignità di monumento e ciò viene fatto da un Parco il quale ha innanzitutto a cuore la gestione della biodiversità: in ciò non c’è contraddizione – sottolinea il direttore del Parco, Mauro Villa – perché il vero fine ultimo di A.R.C.Orobie è agevolare in montagna il mantenimento dell’agricoltura sostenibile, ovvero l’attività che è all’origine stessa della bellezza dei nostri paesaggi e che può preservarne la biodiversità. I prati e i pascoli sono frutto di positiva interazione tra uomo e ambiente e tale rapporto deve continuare: Per questo ci sembra che A.R.C.Orobie possa rappresentare un esempio strategico per la manutenzione e lo sviluppo del territorio”.
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