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Caserma in Comunità montana, all’appello mancano in tre

Clusone, Comunità montana

All’appello mancano in tre: Gandellino, Fiorano e Valbondione. Tutti gli altri Comuni della Val Seriana hanno dato il via libera ad iniziare il percorso per valutare la possibilità di trasferire nell’attuale sede della Comunità montana la caserma dei carabinieri di Clusone. Le ultime firme a sostegno dell’iniziativa del sindaco di Clusone Paolo Olini sono arrivate al termine dell’assemblea di Comunità montana che si è svolta ieri sera (giovedì 29 ottobre).

«A breve c’incontreremo i sindaci di Gandellino, Fiorano e Valbondione per cercare di sciogliere alcuni dubbi che ci sono ed è necessario affrontare – osserva Olini –. Questa sera (ieri, ndr) hanno firmato anche gli altri che mancavano all’appello: Alzano, Villa di Serio, Ranica, Nembro e Pradalunga». In assemblea è arrivato anche un duro richiamo da parte del sindaco di Clusone nei confronti di questi cinque comuni. «Tutti spendono parole sulla sicurezza, sui cittadini, ma se poi per firmare una lettera ci impieghiamo 30 giorni, i ladri intanto gironzolano – sostiene ancora Olini –. Quello che dispiaceva un po’ all’Amministrazione comunale di Clusone, che ha lanciato questa iniziativa, era non riuscire ad ottenere dopo un mese un sì, un no o un forse. Quindi ho ritenuto di fare un richiamo insieme al presidente Alberto Bigoni per chiedere a questi cinque comuni che mancavano di fare il loro dovere». Il sindaco di Nembro (e presidente dell’assemblea di Comunità montana) Claudio Cancelli ha precisato che l’attesa non era dovuta a una mancata condivisione del progetto, ma al fatto che i cinque comuni ritenevano utile un passaggio in assemblea prima di firmare.

Tirando le somme, dunque, finora hanno firmato 35 sindaci su 38. «C’è comunque ancora un percorso da fare, i dubbi e i problemi ci sono, ma dobbiamo fare il più in fretta possibile perché si sta parlando di caserma dei carabinieri e sicurezza – prosegue Olini –. Ora i prossimi passi sono incontrare il prefetto, comunicare che i sindaci hanno condiviso questa scelta e poi prendere le carte, elaborare il progetto e quindi andare spediti su quella che secondo me è la soluzione ottimale per la nuova caserma dei carabinieri a Clusone».

Quanto alla questione avanzata da alcuni amministratori, come la prima cittadina di Gandellino Flora Fiorina, cioè se sia giusto che gli enti locali s’impegnino su questo fronte quando la sicurezza è un compito dello Stato, Olini dice: «Se aspettiamo un Governo, uno Stato centrale, che non si ricorda nemmeno di avere dei cittadini, questi cittadini non stanno troppo tranquilli. Quindi, gli amministratori in questo momento devono prendersi questo incarico. Non è l’unica domanda a cui rispondere. Dovremo valutare il finanziamento della ristrutturazione e come sostenere i costi della nuova sede della Comunità montana».

Nel frattempo, si muove anche il direttivo di Comunità montana. «Ho chiesto ai sindaci di segnalarmi la loro eventuale disponibilità a far parte di un gruppo di lavoro legato al patrimonio – spiega il presidente Bigoni –. Diversi comuni hanno avanzato richieste su alcuni possedimenti della Comunità montana. Questo ragionamento si rende necessario anche per il tema della caserma dei carabinieri, che va a toccare il patrimonio dell’ente. Bisogna capire cosa fare di tutte le proprietà della Comunità montana».

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