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Lo stipendio non arriva, un’ora di sciopero alla Pigna

Pigna Alzano

Un’ora di sciopero alla fine di ogni turno, mercoledì 25 novembre alla Pigna di Alzano Lombardo. Lo hanno proclamato i sindacati dopo le assemblee di oggi (lunedì 23 novembre). Il casus belli riguarda il mancato pagamento dello stipendio di settembre, «promesso dall’azienda tramite un verbale di accordo firmato in Confindustria lo scorso 19 ottobre, e atteso, invano, in questi giorni».

«Pigna non ha fatto la necessaria richiesta al Tribunale per ottenere il permesso di pagare i propri dipendenti (l’azienda è in preconcordato) – dicono i responsabili di Fistel Cils, Slc Cgil e Uil Comunicazione – e ancora una volta sindacati e lavoratori lo hanno saputo non da una comunicazione dell’azienda, ma solo perché abbiamo chiesto informazioni, insospettiti dall’ennesimo ritardo». Secondo i sindacati, Confindustria aveva comunicato che tutto era in regola e che l’azienda aveva confermato i suoi impegni. «È più che evidente come l’azienda non abbia rispettato una chiara intesa condivisa e sottoscritta al tavolo di trattativa, mancando di rispetto ai lavoratori e ai loro rappresentanti, ancora una volta, dopo l’annuncio sulla stampa della domanda di preconcordato – affermano Luca Legramanti, Paolo Turani e Bruno Locatelli, segretari delle sigle sindacali -. Diventa per noi inevitabile dare una risposta sindacale e responsabile a questa condizione di irresponsabilità inaccettabile. Siamo consapevoli della delicata situazione che stiamo affrontando, ma gli accordi quando vengono sottoscritti vanno rispettati».

Le Cartiere Paolo Pigna danno oggi lavoro a 160 persone, oggi in Cassa Integrazione Ordinaria, fino a dicembre. Le organizzazioni sindacali dicono di essere in attesa che la Pigna presenti al Tribunale, e di conseguenza anche ai lavoratori, il piano con il quale intende uscire dalla pesante situazione di crisi. La prossima settimana dovrebbe esserci l’incontro con l’azienda che oggi doveva presentare al tribunale di Bergamo la seconda parte del piano di risanamento.

Ai sindacati risponde con un comunicato la società. «Stiamo trattando di 3 settimane di stipendi (17 giorni lavorativi) ante procedura, un periodo davvero esiguo rispetto a qualsiasi concordato a livello italiano – si legge -. La nostra società in tutti questi anni ha regolarmente pagato tutti gli stipendi e tutti i contributi previdenziali, onorando, in questi mesi, gli adempimenti imposti dalla procedura e rispettando perfettamente tutte le scadenze correnti (tra le quali anche e soprattutto gli stipendi di ottobre, con il pagamento dei quali sono stati addirittura anticipati gli acconti degli stipendi di novembre)».

«Pigna ha infatti voluto aiutare i dipendenti e loro famiglie – prosegue la nota -, pagando anticipatamente oltre due settimane lavorative del mese successivo a quello di competenza (ottobre). In sostanza gli anticipi pagati da Pigna relativi al mese di novembre equivalgono al rateo in discussione di settembre. Il pagamento dei debiti pregressi non è infatti consentito dalla legge, fatta salva la possibilità di proporre istanza ad hoc. Per la precisione, la legge recita che “non possono essere effettuati pagamenti di crediti anteriori per nessun motivo”».

«In sintesi – conclude l’azienda – il pagamento delle retribuzioni dei giorni di competenza dall’1 al 23 settembre verrà onorato (come è sempre avvenuto) nel rispetto delle regole della procedura avviata dalla società e non appena sussisteranno le condizioni di legge e solo allorquando verranno rilasciate le indispensabili autorizzazioni dalle Istituzioni preposte. Per quanto concerne il pagamento della Cassa integrazione ordinaria anticipata dall’azienda, avverrà, come sottoscritto dalle organizzazioni sindacali in data 30 settembre 2015, una volta autorizzata dai competenti organi dell’Inps».

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