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Una “Pietra d’inciampo” per don Antonio

Si chiama “Pietra d’inciampo”: non parliamo di una trappola, ma di un’opera d’arte con la quale fare perdere il passo alla testa e al cuore della persone. Una realizzazione del tedesco Gunter Demnig riprodotta in 50.000 copie e già posizionate in 1.100 località in 16 paesi europei. L’artista crea piccole targhe in ottone applicate su cubetti di porfido incastonate poi sul selciato davanti a un’abitazione, ma non di fronte a case qualsiasi, solo a quelle delle vittime della Shoah. Le “Stolpersteine” vogliono tenere vivo il ricordo dei cittadini che subirono la deportazione nei Lager, nei campi di sterminio e che là morirono. “Assassinati” come scrive l’artista sulla targhetta, perché in qualsiasi modo abbiano perso la vita, va sempre considerata come una conseguenza dell’arresto e dall’internamento.

Ora uno di questi cubetti in porfido è in viaggio e arriverà in Italia, presso la biblioteca di Rovetta. Per la posa è pronta una destinazione importante, ma a qualche chilometro di distanza: a Premolo. Davanti alla casa in cui visse don Antonio Seghezzi le persone che vi passeranno potranno attraverso quella pietra ricordare che in quella casa vicina una famiglia è stata colpita da questa grande tragedia. La cerimonia è già stata fissata: domenica 17 gennaio 2016, alle ore 18, in via Lulini.

Perché un’iniziativa su don Antonio promossa a Rovetta? Nel paese della conca della Presolana negli anni si è sentita una forte devozione a don Antonio Seghezzi: si celebra infatti il ventesimo anniversario dell’inaugurazione dell’oratorio “Don Antonio Seghezzi”. Nei mesi scorsi su una delle due nuove campane del paese è stato ricordato proprio don Antonio. Il progetto è promosso dalla Biblioteca Comunale di Rovetta ed è seguito in modo particolare da Benedetta Contardi.

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