Tutto da azzerare. Il Consiglio comunale di Valbondione ha compiuto un passo indietro di almeno quattro anni. Nella seduta di ieri sera sono stati annullati gli atti con i quali le amministrazioni precedenti si erano impegnate ad acquistare l’area dei vecchio forno fusorio di Gavazzo. Un’operazione iniziata quando sindaco del paese era Benvenuto Morandi e poi proseguita, dopo le dimissioni di quest’ultimo, quando il Comune era commissariato.
Tutto inizia nel 2009 con un accordo di programma che, oltre a Valbondione, coinvolge il Comune di Vilminore, il Parco delle Orobie bergamasche e la Cooperativa Ski Mine. L’obiettivo è la riqualificazione delle aree minerarie dismesse in Alta Val Seriana e Val di Scalve. L’intesa prevede anche il recupero dell’antico forno fusorio di Gavazzo, «mediante un intervento di restauro conservativo e recupero dei fabbricati e delle aree di pertienza». La spesa è stimata in 2 milioni di euro, in parte da coprire con finanziamenti in parte con risorse degli enti coinvolti.
Tre anni dopo, il 4 giugno 2012, il Consiglio comunale di Valbondione delibera di acquistare il compendio immobiliare del forno di Gavazzo dalla Cooperativa Ski Mine al prezzo di 450 mila euro. Non c’è però una copertura finanziaria, si legge nella proposta di delibera portata in aula ieri, e il Consiglio dispone che l’atto d’acquisto venga stipulato solo dopo il reperimento di tutte le risorse occorrenti.
Una settimana dopo il sindaco Benvenuto Morandi si accorda con la Cooperativa Ski Mine per acquistare gli immobili e i terreni dell’ex insediamento produttivo di Gavazzo prevedendo una caparra da 30 mila euro, una prima rata da 120 mila euro da versare entro la fine dell’anno e il pagamento dei restanti 300 mila euro alla stipula dell’atto notarile, comunque non oltre il 30 giugno 2014.
Nel frattempo, a fine 2013, il primo cittadino si dimette. Il 23 dicembre arriva in Comune il sollecito di pagamento dei primi 120 mila euro da parte della Cooperativa Ski Mine. Pochi giorni prima delle elezioni del 25 maggio, che consegneranno la guida del Comune a Sonia Simoncelli, il commissario prefettizio approva un nuovo schema di protocollo d’intesa con la Ski Mine, che poi viene sottoscritto il 9 giugno. Il nuovo accordo prevede cinque versamenti (con relativi interessi) fino al 30 aprile 2018.
Passano alcuni mesi e, il 10 dicembre 2014, arriva in Comune una diffida della Ski Mine che in pratica chiede di rispettare quanto stabilito a giugno. L’amministrazione risponde il 28 gennaio attraverso il legale incaricato, l’avvocato Paolo Bonomi. Le motivazioni che espone sono grosso modo le stesse che hanno portato il Consiglio comunale a ritenere illegittimi gli atti del 2012 e 2014.
Secondo il Consiglio di Valbondione, la delibera del 4 giugno 2012 deve essere considerata illegittima perché adottata senza copertura finanziaria. Inoltre, sempre secondo il Consiglio, non può essere attribuito alcun valore al protocollo d’intesa dell’11 giugno 2012 perché sottoscritto dal sindaco (la delibera di Consiglio dei giorni precedenti «autorizzava solo il responsabile dell’ufficio tecnico alla stipula dell’atto notarile»). Ma anche la delibera del commissario viene considerata illegittima perché una legge del 2011 (decreto 98, convertito in legge 111) imponeva agli enti locali di acquistare immobili solo se l’operazione fosse stata indispensabile e indilazionabile. E, secondo il Consiglio comunale di Valbondione, non c’erano queste condizioni. Inoltre, si legge ancora nella delibera, «è stata omessa la preliminare e indispensabile quantificazione del valore del bene da parte dell’Agenzia del Demanio, impedendo così la corretta determinazione del prezzo».
Con il solo voto favorevole della maggioranza, dunque, gli atti sono stati annullati. La minoranza (lista civica «Vivere Valbondione») ha votato contro, ritenendo invece legittime entrambe le delibere.
Nel video, l’intervista al sindaco di Valbondione Sonia Simoncelli.