Notizie

Oltre il sorriso c’è di più: le donne si raccontano

«Una serata per non rendere banale la festa della donna», l’ha definita Adriana Dentella, sindaco e donna. A Colzate l’8 marzo ha offerto l’occasione per un confronto «intorno alla mimosa», promosso dal Gruppo giovani del paese insieme al Comune. Una riflessione sulla figura femminile nel mondo d’oggi, guidata da Diego Ghisetti, con protagoniste l’oncologa Milvia Zambetti, la giornalista Benedetta Ravizza e la cantante Simona Andreoletti. Tre modi diversi di proporsi come donne nella vita, sul lavoro, coi propri sogni.

Ne è venuta fuori una serata piacevole, mai scontata, centrata in particolare sulle esperienze, ma senza rinunciare alle idee e, soprattutto, senza retorica. Quasi una chiacchierata tra amici, su cosa vuole dire essere donna in un grande ospedale, dentro a un giornale o con la passione per il canto. Ma anche essere donna oggi, tra l’eredità di ieri l’attesa di domani.

Essere medico ed essere donna, spiega Milvia Zambetti a margine dell’incontro, «significa fare un lavoro duro e cercare di farlo con una caratteristica femminile che è la sensibilità. Io sono abbastanza facilitata nel mio lavoro perché la maggior parte delle mie pazienti è donna, quindi l’empatia è spontanea ed è un vantaggio nella relazione rispetto agli uomini».

Secondo l’oncologa, anche la cosiddetta parità va riconsiderata in base all’angolo visuale con cui la si guarda: «Se l’obiettivo è la carriera nel concetto classico, diventare responsabile di struttura o fare soldi, in questo senso le donne sono un po’ indietro perché secondo me questo non è il loro obiettivo. Se invece il concetto è di professionalità, cioè di qualità e capacità tecniche, sicuramente le donne non sono indietro rispetto agli uomini, anzi. Le caratteristiche di cui dicevo prima sono tali da qualificare un gradino più sopra l’atteggiamento femminile. Con questo, naturalmente, non si generalizza».

Benedetta Ravizza scrive di politica, ambito spesso riservato ai maschi. I pregiudizi possono diventare un ostacolo: «Forse c’è la tendenza a diffidare e c’è la fatica di non essere prese un po’ sottogamba e dimostrare che oltre il sorriso c’è di più. Al di là di questo, direi che l’impasse iniziale si supera immediatamente». Fondamentale, per una donna, è «dimostrare di essere competente e quindi di saper discutere dell’argomento che sta portando avanti. Ma credo che la stessa cosa valga per un giornalista uomo: no all’improvvisazione, sì alla preparazione, questo fa la differenza indipendentemente dal genere».

Resta il fatto che, sull’ambiente di lavoro, il rapporto tra uomini e donne sembra ancora squilibrato. «Le donne devono forse guadagnare un po’ di autostima e credere che possono farcela, soprattutto a conciliare tutto: casa, lavoro, famiglia, amici – aggiunge la giornalista –. Questo credo che comporti da parte della donna un sacrificio maggiore, nel senso che, per come è strutturato, il lavoro oggi non viene incontro alle esigenze di una donna».

Condividi su:

Continua a leggere

Una campionessa a tutto fondo
Parapendio, Alpi Fly di Rovetta