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Dalla Russia al Vest di Clusone

Dalla Russia alla Val Seriana, per confrontarsi su cosa significhi educare, insegnare, fare scuola. Un gruppo di studentesse e studenti dell’Università di Vladimir (circa 200 chilometri a nord di Mosca) è stato questa mattina in visita all’Istituto Vest di Clusone. All’incontro con il preside Stefano Nembrini è seguito un momento di dialogo con i ragazzi di seconda e terza media. Infine, anche la partecipazione a una lezione in aula.

L'incontro con i ragazzi del Vest
L’incontro con i ragazzi del Vest

Svetlana Martyanova ha la cattedra di Letteratura russa all’Università statale di Vladimir. Spiega: «Ho saputo dell’Italia dalla rivista “La nuova Europa” dell’associazione Russia cristiana, con cui ho iniziato una collaborazione partecipando ai loro convegni, in particolare su Tolstoj. Grazie all’amicizia nata con “Russia cristiana” e con Giovanna Parravicini, abbiamo deciso di organizzare uno stage culturale con i nostri studenti perché potessero vedere quello che ho incontrato io».

Alcuni studenti hanno avuto l’opportunità di venire in Italia per la seconda volta. «L’anno scorso ho visto come i ragazzi sono cambiati e come molti di loro dopo aver visitato la scuola Vest a Clusone e la Traccia a Bergamo hanno capito ancora di più perché volevano fare gli insegnanti. Inoltre, questa è un’occasione per approfondire la propria idea dell’insegnamento», aggiunge Svetlana Martyanova. Il confronto con il preside del Vest, un dialogo serrato fatto di domande e risposte, sembra sia stato molto proficuo: «Quello che ci ha raccontato il professor Nembrini oggi sul metodo educativo, in particolare in letteratura, voglio farlo mio anche in Università», conclude l’insegnante russa.

Da parte sua, il dirigente scolastico non esita a definire la mattinata «un dono grandissimo». «Il fatto che in questa piccola scuola di Clusone possa erompere una novità, una realtà così distante come quella di un’università russa è veramente un’occasione per allargare gli orizzonti», sottolinea Nembrini.

«Per noi insegnanti – prosegue il preside – c’è stata la possibilità di poter intavolare un confronto su un tema così decisivo, ovunque nel mondo, come quello dell’educazione e potersi confrontare su cosa significhi educare, fare cultura, insegnare. Da questo punto di vista abbiamo scoperto che l’esigenza e la domanda su cosa sia l’avventura educativa ha la stessa dimensione sia che si tratti di una scuola di Clusone sia che si tratti dell’università di Vladimir in Russia. Per i nostri ragazzi, invece, è stata un’occasione irripetibile di spalancare il cuore e la mente a una realtà così distante, ma nel contempo così vicina, perché le esigenze, le preoccupazioni, i desideri di questi ragazzi sono veramente identici nonostante l’apparente grande distanza».

Studentesse e studenti russi hanno avuto anche l’opportunità di scoprire Clusone: dall’Orologio Fanzago alla Danza macabra e l’Oratorio dei Disciplini, dalla Basilica a San Defendente. Ad accompagnarli Mino Scandella, presidente del Circolo culturale Baradello.

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