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LOLA STONECRACKER Doomsday Breakdown

Giungono all’esordio discografico i Lola Stonecracker, band emiliana attiva dal 2009 e che qualcuno conoscerà anche in  veste di tribute band dei Guns ‘n Roses a nome Muppet Suicide. Ho avuto modo di apprezzare il gruppo in veste di backing band di Gilby Clarke durante il recente tour italiano dell’ex Guns ‘n Roses e proprio in quell’occasione ho avuto modo di reperire il suddetto album d’esordio e di fare quattro chiacchiere con Alex Fabbri, cantante della band.

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Sono ben 15 le canzoni presenti in “Doomsday Breakdown” , prodotto dal gruppo stesso e registrato, mixato, masterizzato e co-prodotto da Roberto Priori, il chitarrista dei Danger Zone. “Jigsaw” apre il disco alla grande, suoni potenti che ci guidano in territori non molto lontani da quanto fatto dai Velvet Revolver, influenza questa che ritroveremo spesso nel sound del quintetto italiano. “Witchy Lady” è molto melodica e ci da modo di apprezzare gli arrangiamenti ricercati dei due chitarristi Daw Dave e Andrea Ferriani, mentre con “Generation on Surface” si torna in ambito più rock’n’roll vizioso e lascivo guidati con spavalderia da Alex Fabbri ben coadiuvato da una sezione ritmica massiccia in cui spicca l’ottimo lavoro al basso di Diego Quarantotto. “Secret For A Universe” ci presenta invece i Lola Stonecracker in una veste molto più “leggera”, un grande pezzo di rock americano che oscilla tra 3 Doors Down e tradizione eighties, attitudine che ritroviamo anche in “”All This Time”, altra canzone molto mainstream ma dannatamente riuscita. “Jekyll and Hide” presenta una porzione di testo estratta dall’omonimo musical di Frank Wildhorn e Leslie Bricusse e si avvale di un bel solo a firma Roberto Priori, che oltre ad essere un produttore di livello è soprattutto grande chitarrista dotato di un gusto non comune. Ottime anche la title track che deve ancora qualcosina ai Velvet Revolver più ispirati e la successiva “Mc Kenny’s Place”, rock’n’roll furioso e minaccioso. E i Guns ‘n Roses direte voi ? Possibile che una tribute band non sia infiuenzata in qualche modo da quello che spesso si ritrova a suonare ? Poco a dire il vero, solo in “Psycho Speed Parade” si sentono echi dei G’n’R di “Use Your Illusion” ma filtrati attraverso un sound personale e ancora una volta vincente. Tra i molti pezzi del disco trova spazio anche una bella ballata che prende il nome di “Shine”, impreziosita dal lavoro alle tastiere di Pier Mazzini che proprio recentemente è stato aggiunto ai line-up dei già citati Danger Zone. Menzione doverosa anche per “Relax”, il tormentone dei Frankie Goes To Hollywood rivisto e rivisitato dai Lola Stonecracker che lo trasformano in qualcosa di completamente differente dall’originale e in linea con il proprio sound. Disco riuscitissimo questo, la scena italiana può annoverare una band di assoluto livello, non accorgersene sarebbe decisamente grave.

 

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